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Bagheria, Cinque si sospende da M5s ma resta sindaco: interrogatori lunedì

Il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque

PALERMO. La notizia la dà lui stesso nella sede istituzionale, il Consiglio Comunale, riunitosi all'indomani della bufera scatenata dall'indagine che lo vede coinvolto. Patrizio Cinque, battagliero sindaco eletto nelle fila grilline, lascia per ora il movimento. Una dichiarazione secca a cui segue una lunga nota su Facebook in cui esprime "piena fiducia nella magistratura". "Risponderò alle accuse - aggiunge - e spiegherò tutto, anche a voi, ma ogni cosa va fatta a suo tempo". "Ho deciso di autosospendermi dal MoVimento 5 Stelle. E' così che ritengo debba comportarsi un amministratore. Il movimento è la mia seconda pelle e non posso permettermi che venga colpito. Quindi che colpiscano me ma lascino in pace il Movimento 5 Stelle".

Intanto poco lontano, a Vittoria, i finanzieri di Catania hanno arrestato - per scambio elettorale politico-mafioso in relazione alle elezioni amministrative del 2016 - l'ex sindaco Giuseppe Nicosia (Pd), il fratello Fabio, attuale consigliere comunale, Giombattista Puccio e Venerando Lauretta, entrambi giàcondannati per associazione mafiosa.

Immediato il commento dei Cinque stelle: "Gli arresti di oggi, secondo la Procura di Catania, disegnano uno scenario totalmente inquinato dalle infiltrazioni mafiose nella città di Vittoria, un patto tra PD e clan che hanno diviso affari e condizionato l'economia di uno dei centri ortofrutticoli più grandi d'Italia e d'Europa". "La sanzione morale è la cosa più importante che c'è", commenta invece Luigi Di Maio tornando alla vicenda del sindaco grillino di Bagheria.

"Ho letto che Patrizio Cinque si è autosospeso dal M5s perché lui crede sia la cosa giusta che debba fare un amministratore", aggiunge. "Ha detto che spiegherà e dimostrerà tutto. Io credo che questo sia il modo di fare in politica e lui dimostrerà di essere innocente come ha detto". Ma le parole del sindaco non entrano nel merito delle accuse che la Procura di Termini Imerese gli contesta. Cinque è indagato per turbata libertà degli incanti, falso ideologico, abuso d'ufficio e rivelazione di segreto d'ufficio.

Ma le imputazioni per cui i pm avevano chiesto gli arresti domiciliari (il gip ha ritenuto sufficiente l'obbligo di firma), vengono in parte ridimensionate dal giudice delle indagini preliminari Michele Guarnotta che lunedì prossimo comincerà gli interrogatori di garanzia di Cinque e degli altri 15 indagati per cui è stata emessa la misura cautelare o interdittiva. In tutto a finire sotto inchiesta sono stati in 23: oltre al sindaco, il suo vice, un assessore, diversi dipendenti e funzionari comunali, un ispettore della polizia municipale e alcuni imprenditori.

Tre le vicende "incriminate": l'affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti a una società con una procedura di somma urgenza costato 3 milioni di euro, la gestione del palazzetto dello sport e la casa abusiva del cognato di Cinque. Secondo i pm il sindaco, in concorso con l'ispettore di polizia municipale Domenico Chiappone, avrebbe informato il cognato dell'esistenza di un procedimento penale relativo all'immobile abusivo ed esercitato pressioni per favorire il parente.

A sostegno di questa tesi vi sono anche alcune intercettazioni telefoniche. In una conversazione agli atti dell'inchiesta il sindaco lancia anche una bordata alla sua ex collega di partito Claudia Mannino, sospesa dal M5s dopo essere stata rinviata a giudizio nell'ambito dell'inchiesta sulle firme false per le comunali a Palermo, che aveva presentato un emendamento in Parlamento per inasprire le pene nei confronti degli abusivi.

"Questa sanzione l'ha messa quella minchiona di Claudia Mannino - dice Cinque - e quindi siamo veramente dei geni...". "Ha ragione il sindaco di Bagheria - commenta la Mannino - sono proprio una minchiona. Lo sono stata soprattutto quando ho presentato l'emendamento per l'inasprimento delle sanzioni per gli abusi edilizi. Norma poi approvata dal Parlamento. Mea culpa! Però, vorrei informare Patrizio Cinque e tutti i silenti organi dirigenti del Movimento 5 Stelle (quelli che portavano ad esempio il 'modello Bagheria', ovvero l'indulgenza nei confronti degli abusivi e l'assenza di demolizioni) che, durante il mio mandato Parlamentare, tale 'becero' comportamento si è manifestato più volte".

 

 

 

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