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Pubblico, in 500mila verso la pensione e Governo studia maxi-concorso per giovani

ROMA. Il Governo studia un piano per aprire le porte della Pubblica Amministrazione ai giovani, visto che presto andranno in pensione circa mezzo milione di dipendenti, su un totale di 3,3 milioni.

Secondo quanto si apprende l'obiettivo starebbe nell’anticipare le uscite, mettendo a punto un programma di fabbisogni e un maxi concorso per assumere nuove leve. «Nei prossimi quattro anni abbiamo quasi 500 mila persone" che si ritireranno, «è un’occasione straordinaria» anche per "abbassare l’età media» che ormai ha raggiunto la soglia dei 50 anni, ha spiegato il sottosegretario P.A, Angelo Rughetti.

Secondo il sottosegretario, che si sta facendo carico dell’operazione, non ci si può limitare a seguire le vecchie regole, il rigido turnover: «Noi ci dobbiamo chiedere cosa serve a questo Paese», selezionando gli ingressi in base alle reali necessità. «Una scommessa che va fatta in questo momento», ha incalzato Rughetti nel suo intervento di venerdì sera al Festival dell’Unità di Roma. E, ha aggiunto, «la legge di stabilità prossima può essere» uno strumento, «non solo dal punto di vista delle risorse da impegnare ma anche da quello metodologico».

La riforma Madia già traccia la strada per liberare le amministrazioni da un ricambio 'entrate-uscitè che "privilegia» chi ha già tanto personale. L’idea è quella di condizionare le assunzioni semplicemente alla sostenibilità finanziaria, della spesa. E in questo è già prevista una sperimentazione a livello territoriale nell’arco di un biennio.

La svolta potrebbe però essere anticipata, visto che sono attese le linee guida per la predisposizione di fabbisogni, da cui discenderanno anche nuove modalità concorsuali, con prove centralizzate, periodiche e orientate a sondare specifiche professionalità (magari partendo anche da abilità già certificate, magari attraverso più step).

L’esempio più eclatante, che ha riportato Rughetti, è quello dei progettisti: figura che manca con ricadute pesanti: «abbiamo miliardi di euro chiusi nei cassetti del governo» perché non ci sono iniziative, progetti appunto. Intanto si dovrebbe chiudere la partita per la stabilizzazione dei precari, con in ballo 50 mila posizioni. Per fine mese è attesa una circolare del ministero proprio per aiutare le amministrazioni nella predisposizione dei piani di assorbimento.

Quel che è certo è l’esodo di massa degli statali, per raggiunti limiti d’età. La stessa Ragioneria dello Stato nel recente dossier sulla previdenza ha evidenziato «l'aumento del numero di pensioni nel pubblico impiego, che dai 2,8 milioni circa del 2010 raggiunge il valore massimo di 3,4 milioni nel 2034». Insomma nel pubblico rischiano di esserci più 'ex' che lavoratori attivi.

Anche per i sindacati è quindi vitale far entrare nuovo personale. «Serve un piano straordinario per l’occupazione nella Pubblica Amministrazione, con una nuova programmazione che guardi soprattutto ai giovani», sostiene la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino. Nella P.A, ha evidenziato, "non ci sono stati licenziamenti, ma si contano 330 mila posti di lavoro in meno». Ecco perché, secondo il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, «è estremamente positivo» parlare di una programmazione delle entrate «anche per innovare la mentalità, dopo anni di blocco delle assunzioni». "Bisogna subito prepensionare e bandire concorsi, calcolando che la stima di 500 mila uscite è anche riduttiva, potrebbero infatti andare via quasi un milione di dipendenti da qui al 2020», stima il segretario generale della Confsal Unsa, Massimo Battaglia.

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