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Noemi uccisa a 16 anni, la versione del fidanzato: "Voleva sterminare la mia famiglia"

SPECCHIA. Ha rischiato il linciaggio il 17enne reo confesso dell'omicidio della sedicenne Noemi Durini poco dopo essere uscito dalla sede della stazione carabinieri di Specchia in provincia di Lecce dove è stato ascoltato per molte ore. All'uscita il giovane si è reso protagonista di atteggiamenti irriguardosi e di sfida alzando la mano destra in segno di saluto alla gente che gli fischiava contro e lo apostrofava.

Ad attenderlo c'erano oltre un migliaio di persone, soprattutto giovani, che si erano radunate in via Giovanni XXIII, dove ha sede la stazione dei carabinieri. Il 17enne, nei confronti del quale da oggi c'è un provvedimento di fermo del pm con l'accusa di omicidio volontario, col cappuccio della felpa sulla testa, ha sorriso, sfidando la gente e provocando la reazione dei presenti che hanno tentato di raggiungerlo e di aggredirlo nonostante il cordone di sicurezza dei carabinieri.

Il giovane e' stato fatto salire a fatica su un mezzo dei carabinieri ed è stato poi condotto presso la compagnia dei carabinieri di Tricase in attesa di essere portato in carcere. "L'ho ammazzata perché premeva per mettere in atto l'uccisione di tutta la mia famiglia": così avrebbe detto agli inquirenti, alla presenza del proprio legale, il 17enne sottoposto da ieri sera a fermo per l'omicidio volontario di Noemi Durini.

"L'ho uccisa con un coltello che Noemi aveva con sé quando è uscita dalla sua abitazione". E' questo un altro particolare che l'omicida reo confesso della sedicenne Noemi Durini avrebbe rivelato agli investigatori durante il lungo interrogatorio che si è concluso nella notte nella stazione dei carabinieri di Specchia (Lecce), interrogatorio avvenuto alla presenza del difensore del ragazzo.

L'avrebbe uccisa - ha raccontato il 17enne - con lo stesso coltello che Noemi aveva portato con sé. "Ho reagito - questo il racconto del giovane - di fronte all'ostinazione di Noemi a voler portare a termine il progetto dello sterminio della mia famiglia". "Ero innamoratissimo di lei": è una delle sue frasi, durante l'interrogatorio. "Dopo lo sterminio della mia famiglia volevamo fuggire a Milano. Subito dopo l'uccisione dei componenti della famiglia di lui, i due - sempre secondo il racconto dell'omicida reo confesso - avrebbero progettato di fuggire a Milano e a prova di quanto da lui detto, il giovane ha affermato agli investigatori che avrebbero potuto trovare sotto il suo letto una lista di numeri di telefono di Milano, numeri di telefono di luoghi dove era possibile poter dormire.

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