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Terremoto 8.2 in Messico, paura e vittime. Rientra l'allerta tsunami

CITTA' DEL MESSICO. Un terremoto con una potenza devastante, 8,2 sulla scala Richter, ha scosso ieri notte il Messico, provocando il panico nel sud e del centro del paese, compresa la capitale, dove vivono circa venti milioni di persone. Il bilancio della mega-scossa, ancora provvisorio, è di 36 persone morte, 26 delle quali a Oaxaca.

Le repliche - circa 180 quasi 12 ore dopo il sisma, alcune delle quali molto forti - non hanno mai smesso di martellare il centro e la zona montagnosa del sudest, aspetto sul quale il presidente messicano Enrique Pena Nieto ha fin dal primo momento sottolineato la propria preoccupazione.

Erano le 23,52 quando la terra ha tremato soprattutto in tre stati, nel Chiapas, dove nella località di Pijijiapan è stato individuato l’epicentro del sismo, a Tabasco e a Oaxaca. Nella capitale e in tante altre città e centri del centro-sud, la gente ha abbandonato le proprie abitazioni in mezzo al caos, spesso in pigiama, mentre in alcune zone si interrompevano luce e comunicazioni.

I riflettori sono rimasti puntati sul Chiapas, che ha avuto 120 feriti subendo inoltre il crollo di alcune abitazioni e di quattro ponti, e Oaxaca, lo stato più povero dell’intero paese dove si trovano le due cittadine più devastate dal sisma.

A Matias Romero per tutta la notte si è continuato a cercare tra le macerie di un albergo crollato. Alcuni edifici, tra cui la sede del comune, un ospedale, una chiesa e diverse abitazioni e negozi, sono venuti giù anche nella vicina località di Juchitan. A confermare che anche qui ci sono «case con all’interno delle persone» è stata la protezione civile.

Entrambe le località sono al centro dell’angoscia che circola sulle reti sociali, anche perchè le autorità non forniscono dati sul numero delle persone intrappolate. Ed è tra le vie di Romero e di Juchitan che in queste ore si respira la paura: molte persone temono di rientrare nelle proprie abitazioni proprio per il rischio crolli.

Il terremoto ha fatto sentire tutta la sua forza anche in Guatemala, dove non si hanno comunque notizie di vittime. Ed ha provocato un’allerta tsunami, rientrato dopo qualche ora, diramato sulla costa occidentale del Messico, oltre che nel Guatemala e in altri paesi centroamericani.

In un primo contatto con la stampa, Pena Nieto ha definito il terremoto «il più potente degli ultimi 100 anni», precisando che la scossa ha colpito circa 50 milioni di persone (quasi la metà della popolazione del paese) e indicando una serie di misure in vigore oggi. Tra queste, la chiusura delle scuole in 11 stati, anche per permettere i controlli tecnici di edifici e case, soprattutto nel Chiapas e a Oaxaca. E’ stato un movimento tellurico «intenso, lungo e molto forte», ha precisato il presidente.

Il ricordo di Pena Nieto e di tutti nel paese è andato al sisma del 19 settembre del 1985, con una magnitudo simile a quella di ieri notte. Quel giorno circa 15 mila persone persero la vita, in gran parte a Città del Messico.

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