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La vita passata su Marte diventa più probabile

Aumentano le probabilità che in passato Marte possa aver ospitato la vita, con la conferma della presenza sul suolo marziano di un elemento, il boro, la cui scoperta era stata annunciata per la prima volta nel dicembre 2016. Il risultato, otenuti nei Laboratori statunitensi di Los Alamos (Lanl) è pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters.

A identificare a presenza del boro è stato il robot laboratorio della Nasa Curiosity, che sta esplorando il suolo di Marte dall'agosto 2012 e che ha trovato le tracce di questo elemento nel cratere Gale. Il boro è un elemento chimico che svolge un ruolo importante nella formazione dell'acido ribonucleico, l'Rna, la molecola della vita che è il braccio destro del Dna. "Trovare il boro su Marte, rende più probabile che in passato il pianeta possa aver ospitato la vita", spiega Patrick Gasda, autore principale dello studio. "I borati - ha aggiunto - rappresentano un possibile ponte tra molecole organiche semplici e Rna. Senza l'Rna, non c'è la vita".

Secondo i ricercatori le tracce di boro rinvenute su Marte risalgono a 3,8 miliardi di anni fa, un periodo analogo a quello in cui si è formata la vita anche sulla Terra. "E questo ci dice, essenzialmente, che la vita potrebbe essersi sviluppata su Marte indipendentemente da quella sulla Terra", aggiunge Gasda.

Il boro marziano è stato trovato in minerali di solfato di calcio, il che significa secondo i ricercatori che il boro era presente nelle acque sotterranee del pianeta e che in alcune di queste, grazie al pH neutro-alcalino e alla loro temperatura compresa tra 0 e 60 gradi centigradi, sarebbero state abitabili. Tuttavia, se la vita su Marte è mai esistita è ancora sconosciuta. Non è stata trovata alcuna prova che avvalori questa ipotesi.

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