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Alfa Romeo, in Giappone 60 autosaloni esclusivi entro 2018

 TOKYO - Debutta in Giappone con quattro versioni l'Alfa Romeo Giulia e volano nel Paese le vendite del Biscione con l'obiettivo di aprire entro il 2018 una sessantina di showroom esclusivi del brand. Il Giappone sta diventando una piazza sempre più rilevante per il Fiat Chrysler Automobiles, con "vendite che sono passate dalle 8 mila unità nel 2009 a quota 20mila lo scorso anno - ha spiegato il presidente e amministratore delegato di FCA Japan Pontus Häggström - e con stime per il 2017 che puntano a 22mila autovetture". In particolare il Giappone rappresenta il terzo mercato mondiale per il marchio Abarth e la sua gamma di auto sportive. Segnali incoraggianti arrivano anche dal modello Jeep: dalle 1.000 unità vendute nel 2009 si punta a 10mila previste a fine 2017.

"Tra quest'anno e il 2018 - ha detto Häggström all'Ansa - l'azienda punterà ad aprire circa 60 showroom esclusivi con il marchio Alfa Romeo su tutto il territorio giapponese - Vogliamo creare un legame particolare con il brand Alfa in Giappone". Sullo stesso orientamento l'Ambasciatore italiano Giorgio Starace, nel suo discorso di apertura all'evento: "La presentazione di oggi costituisce una celebrazione delle tante cose che ci rendono orgogliosi di essere italiani: l'esaltazione della tecnologia e l'innovazione, una lode particolare al design italiano, che rappresentano nell'insieme un elogio al nostro stile di vita".

Presente all'evento anche Alessandro Maccolini, exterior chief designer della Casa del Biscione. "I giapponesi sono amanti di Alfa Romeo e conoscono la sua provenienza. Giulia è il primo prodotto globalizzato con contenuti riconosciuti e riconoscibili da un pubblico differente. L'identità di Giulia è data prima di tutto dal suo frontale, che è assolutamente inconfondibile, mentre gli altri brand propongono oggi delle calandre abbastanza rettangolari, più meno larghe o alte. Oggi si parla sempre di più di guida autonoma. Noi con Giulia vogliamo continuare a pensare che chi guida la macchina si diverta, con la sicurezza di chi ci sta dentro ma anche per chi è fuori. Per noi questo è importantissimo, ed è anche una questione di responsabilità proprio di progetto". 

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