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Con il riscaldamento globale pesci più piccoli anche del 30%

ROMA. Tra gli effetti dei cambiamenti climatici c'è anche il 'restringimento' dei pesci, che potrebbero perdere fino al 30% della propria massa per ogni grado di aumento della temperatura. Lo scrivono due ricercatori, William Cheung e Daniel Pauly dell’università di British Columbia, in un articolo pubblicato dalla rivista Global Change Biology.

Il riscaldamento dell’atmosfera e di conseguenza dell’acqua, sottolineano gli esperti, ha fra i suoi effetti l’aumento del metabolismo dei pesci, che quindi richiedono più ossigeno per sostenere le funzioni vitali. Le branchie però non crescono allo stesso ritmo del resto del corpo dei pesci, e in più le acque più calde contengono meno ossigeno. Per 'consumare' meno quindi gli abitanti dei mari non possono che diminuire le proprie dimensioni: questo vale soprattutto per quelli più attivi, come i tonni, che possono arrivare a perdere il 30% della massa, mentre quelli più 'sedentari' come la trota potrebbero fermarsi al 18%. L’effetto si ripercuoterebbe ovviamente sulla pesca, con il rischio di perdere 3,4 milioni di tonnellate di pesce per ogni grado di aumento della temperatura media mondiale.

«Stiamo giá vedendo questo effetto - sottolineano gli autori nell’articolo -. Ad esempio uno studio fatto in Gran Bretagna ha visto una diminuzione nelle dimensioni dei pesci del mare del Nord nelle ultime decadi significativamente correlata con il riscaldamento dell’acqua nella regione».

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