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Architettura, quattro donne che hanno fatto la storia

L’architettura al femminile: le donne architetto più importanti del XX secolo Nella storia dell’architettura la presenza della figura femminile è ridotta a poche e rare personalità di spicco. Se da un lato in passato erano poche le donne a laurearsi in architettura, dall’altro il loro lavoro è stato sottovalutato o addirittura ignorato, dando tutti i meriti ai loro colleghi uomini. Questo è successo anche attorno a coppie famose come Charles e Ray Eames, Alvar e Aino Aalto, Robert Venturi e Denis Scott Brown. Vi presentiamo quattro donne architetto che hanno plasmato la storia dell’architettura. Ognuna di loro è legata alla fama di quelli che sono stati considerati i padri dell’architettura moderna ma che, purtroppo, hanno preferito tenere nascosta dietro la loro ombra, la collaborazione delle loro colleghe architetto.

Professionista: Kimberley Bryan -

1. Marion Mahony Griffin (Chicago 1871 – Chicago 1961). Marion Mahony Griffin è tra le prime donne a laurearsi in architettura nello Stato dell’Illinois, negli Stati Uniti. Fu definita da Reyner Banham (un critico d’arte e teorico dell’architettura) il «miglior disegnatore edile della sua generazione». Nel 1895 viene assunta da Frank Lloyd Wright e inizia a progettare mobili, vetrate ed elementi decorativi. Diventa anche la responsabile per la progettazione artistica e per la presentazione degli elaborati grafici, grazie alle sue capacità di resa grafica. La Mahony (Griffin è il cognome da sposata), aveva sviluppato uno stile di rappresentazione molto fluido, che derivava dalle litografie giapponesi. Per quasi quindici anni, Marion Mahony disegna, per Frank Lloyd Wright, una serie di planimetrie e prospetti acquerellati, ripassati ad inchiostro e carichi della presenza di vegetazioni lussureggianti… Sì, quei disegni che per oltre un secolo sono stati attribuiti al genio di Wright sono, per gran parte, opera di Marion Mahoney Griffin.

Professionista: Cynthia Lynn Photography

In realtà Frank Lloyd Wright ha sempre voluto sottovalutare il contributo della sua dipendente ma è un dato di fatto oggi accertato, che più della metà dei disegni del Wasmuth Portfolio, sono opera della sua collaboratrice. Questo portfolio (un compendio costituito da 100 litografie, che Wright ha pubblicato in Germania nel 1910), è molto significativo per il successo di Wright in Europa. Difatti queste illustrazioni rappresentano il rapporto tra l’architettura americana pionieristica di Wright e la prima generazione degli architetti modernisti europei. Wright girò l’Europa per un intero anno, per sostenere la pubblicazione del portfolio che ebbe un’influenza indiscutibile su Le Corbusier, Mies van der Rohe e Gropius. Marion Mahony, dimenticata dalla storia, fu un architetto molto importante in Australia dove lavorò affianco al marito Walter Griffin per 28 anni, fondando uno studio il cui scopo era quello di sviluppare un’architettura in armonia con l’ambiente naturale.

Professionista: Kate Burt

2. Eileen Gray (Enniscorthy, Irlanda, 1878 – Parigi 1976). E se la fama di Marion Mahony rimase nascosta dietro l’immagine di Frank Lloyd Wright, quella di Eileen Gray, non ebbe una sorte migliore. La sua popolarità è arrivata solo dopo il film The Price of Desire (2015). È negli anni Venti del Novecento che il nome di Eileen Gray comincia a girare all’interno del Movimento Moderno e del movimento olandese De Stijl, dopo aver decorato e arredato, con alcuni mobili da lei stessa disegnati e realizzati, il salotto di Suzanne Talbot (una celebrità della moda parigina del tempo). In quegli stessi anni il suo compagno Jean Badovici, un architetto rumeno, le fa conoscere Le Corbusier. Sono loro che la spingono verso l’architettura. Siamo nel 1924, Eileen progetta una casa sul mare a Roquebrune-Cap-Martin, vicino Monaco. Segue i lavori della villa, battezzata E-1027, ne studia i dettagli, i percorsi, l’esposizione, la vista ideale e i passaggi da un ambiente all’altro. Ne disegna gli arredi e gli interni. Quello che viene fuori è un vero e proprio manifesto del Movimento Moderno.

Professionista: CORE Architects

Anni dopo Le Corbusier già invidioso di questa opera, invitato dall’ormai ex compagno della Gray, disegnerà le pareti della villa con murales coloratissimi, che ironizzano sulla bisessualità dell’artista e sul suo rapporto con Jean Badovici. Di fatto questo gesto assolutamente insolente nei confronti di Eileen Gray e della sua opera architettonica, ha contribuito al mancato riconoscimento dell’artista quale unica e originale progettista e interior designer della villa. I libri di storia dell’architettura attribuiranno la realizzazione della casa in modo alterno a Le Corbusier o a Jean Badovici (spesso definito come allievo del grande maestro). Il tavolo circolare in vetro E-1027 e la poltrona tondeggiante Bibendum, che la Gray aveva disegnato e realizzato per arredare la villa, torneranno in produzione nel 1968 divenendo pezzi classici di design.

Professionista: Gardner Architects LLC

3. Lilly Reich (Berlino 1895 – Berlino 1947). Un’altra donna legata alla fama di un architetto del secolo scorso è Lilly Reich, che agli inizi del Novecento divenne compagna, socia e amministratrice di Ludwig Mies van der Rohe. Si formò a Vienna, allieva dell’architetto Josef Hoffmann e specializzata in tappezzeria, tessuti e abiti. Dopo aver lavorato alla Wiener Werkstätte, torna in Germania dove diventa uno dei punti di riferimento del Werkbund, specializzandosi nell’organizzazione e realizzazione di mostre. In questo periodo contribuisce all’allestimento di moltissime mostre e fiere, alcune passate alla storia sia dell’arte decorativa che dell’architettura. Insieme a Mies van der Rohe realizzano l’esposizione Café Samt und Seide, in cui allestiscono uno spazio molto moderno, aperto ma diviso da pareti di tende e tessuto appese a guide metalliche sospese in aria. Poi partecipano all’Esposizione Internazionale di Barcellona del 1929, diventata famosa proprio per il padiglione di Mies e che fu prova della forza dell’industria tessile tedesca. Albert Pfeiffer, vice Presidente e Management della Knoll, sostiene che è «interessante notare come la produzione dei progetti di allestimento di Mies van der Rohe sia limitata al periodo di collaborazione con Lilly Reich. Questa produzione infatti non esiste prima e non esisterà dopo». Quando Mies van der Rohe diventa il direttore della Scuola del Bauhaus, Lilly Reich lo raggiunge e ottiene la cattedra di Interior Design fino alla fine del 1930. Purtroppo quando Mies trasferitosi negli Stati Uniti divenne celebre, cancellò Lilly Reich dalla propria storia. E per questo la sua collaboratrice è praticamente assente dai comuni testi di storia dell’architettura.

Professionista: Gnädinger Architekten 

4. Charlotte Perriand (Parigi 1903 – Parigi 1999). Pare che Le Corbusier non amasse molto la concorrenza femminile, eppure alcuni dei suoi successi sono nati proprio dalla collaborazione con architetti donne. Così come sembra essere stato fondamentale il suo incontro-scontro con Charlotte Perriand. Si dice che quando nel 1927 la neo laureata Charlotte Perriand, si presenta allo studio di Le Corbusier e Jeanneret – con una cartella piena di disegni per proporsi come collaboratrice – Le Corbusier le abbia riso in faccia dicendo «qui non ricamiamo cuscini». Battuta infelice visto che l’ideatrice della maggior parte dei complementi d’arredo in acciaio tubolare del famoso Atelier 35, di Rue de Sèvres a Parigi, è proprio lei: Charlotte Perriand. Assolutamente fedele ai principi del razionalismo umano e dell’innovazione, la Perriand disegna per Le Corbusier molti complementi d’arredo, tutt’ora prodotti da Cassina. Ha collaborato con lo studio di Parigi per una decina di anni ma successivamente ha seguito la sua strada.

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