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A settembre 9 mln italiani in vacanza, +7.2% sul 2016

NUMANA - A conferma dell'estate da leone del turismo italiano ma anche del sempre maggiore apprezzamento da parte del pubblico per la vacanza lontana dalla pazza folla aumentano gli italiani che scelgono le vacanze di settembre. Secondo i calcoli di Federalberghi più di 9 milioni quest'anno, e cioè il 14.9%, effettueranno almeno un giorno di vacanza nel prossimo mese. Il dato è in crescita del 7.2% rispetto al 2016, quando andò in vacanza a settembre il 13.9% della popolazione. E per una larghissima fetta (7,5 milioni pari al 12.4%) si tratterà della vacanza principale dell'estate (quella più lunga o più economicamente rilevante), mentre gli altri 1,5 milioni si concederanno un supplemento di relax.

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"Le previsioni per il mese di settembre inducono a guardare con ottimismo alla chiusura della stagione estiva, che è stata sin qui contrassegnata da un andamento medio più che positivo" spiega il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca.

Nel mese di settembre, arrivano negli esercizi ricettivi italiani più di 12 milioni di turisti, tra cui 5,1 milioni di italiani (42.6%) e 7 milioni di stranieri (57.4%). E il flusso è in costante crescita: negli ultimi sei anni gli arrivi sono aumentati di oltre il 21% (+30.5% per gli stranieri e +10.6% per gli italiani).

Per quanto riguarda gli stranieri la Germania è di gran lunga il principale mercato dell'Italia, con 1,6 milioni di arrivi a settembre, seguita da Stati Uniti (625 mila arrivi), Francia (460 mila), Regno Unito (450 mila), Svizzera (360 mila).

Ma le vacanze a settembre non sono solo un vantaggio per chi parte (meno posti affollati, meno file, meno caos a fronte di costi più contenuti) ma anche una buona opportunità per imprenditori e lavoratori. A settembre le imprese del turismo danno lavoro a circa un milione e centomila lavoratori, che scendono a ottocentotrentamila a novembre. "Se si riuscisse a prolungare la stagione di due mesi - spiega Bocca - si produrrebbe un aumento immediato dell'occupazione, con effetti concreti per più di trecentomila persone, in massima parte di giovane età: quasi il 70% ha meno di quarant'anni e il 44% meno di trenta. Ci auguriamo quindi che la prossima legge di bilancio tenga in adeguata considerazione il grande contributo che il settore turismo può dare al mercato del lavoro".

Secondo Bocca, "per sfruttare al meglio questo filone occorrono adeguate politiche di destagionalizzazione. Gli alberghi fanno da sempre la propria parte, adottando durante la bassa stagione politiche di prezzi flessibili, ma occorre l'impegno di tutta la filiera (negozi, servizi, trasporti, attrazioni, etc.) affinché le località restino "aperte" più a lungo, offrendo condizioni attrattive, ed il sostegno delle istituzioni, per incentivare il turismo in bassa stagione e per alleviare il peso degli oneri fiscali e contributivi a carico delle imprese".

Bocca infine cita due esempi che confida vengano imitati: la politica di prezzi annunciata recentemente dagli Uffizi (20 euro da marzo ad ottobre, 12 euro da novembre a febbraio) e la settimana dello sport che la regione Piemonte ha realizzato per avvicinare i giovani e le famiglie al turismo sulla neve.

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