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In tre anni 300 custodi pensionati, i musei siciliani vanno in tilt

PALERMO. Negli ultimi tre anni quasi 300 custodi dei musei siciliani sono andati in pensione. Dei 1.500 in servizio ne sono rimasti 1.200 tra regionali e dipendenti di società partecipate. Quanto basta per far scattare l’allarme.

«Le criticità in ordine all'apertura al pubblico dei siti stessi sono inevitabilmente destinate ad aggravarsi» dice il dirigente generale dei Beni culturali, Gaetano Pennino. Dunque tornano a rischio le aperture dei musei e questa volta non è un problema finanziario o di turnazione. Manca concretamente il personale qualificato per vigilare e consentire la fruizione dei 130 siti, musei e parchi archeologici dell’Isola.

I primi problemi sono sorti nei siti di Enna e Siracusa, ma Pennino è riuscito a tamponare l'emergenza. I direttori dei musei dal canto loro hanno fatto ricorso a convenzioni con i volontari esterni nonostante i 2.500 dipendenti in servizio nel settore. «Il rischio di pervenire alla chiusura al pubblico di vaste aree archeologiche e museali è più che una ipotesi» annotava a giugno la Corte dei conti. Per il momento il problema è circoscritto.

 

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