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Drone sospetto nella "no fly zone": controlli vicino al Vaticano

ROMA. Concitazione oggi all’alba, nella zona del Vaticano, per un drone sospetto. Sono subito scattati i controlli ma l’allarme nel giro di meno di un paio d’ore è rientrato. Si sarebbe trattato di un piccolo drone di tipo commerciale e l’allerta è scattata quando è stato notato volare a corso Rinascimento, al centro della capitale. Sono subito state attivate le misure antiterrorismo. In zona sono confluiti carabinieri e polizia con l’ausilio di un elicottero. Secondo quanto si è appreso, il drone è poi atterrato in un piccolo quadrilatero compreso tra Borgo Pio, Borgo Angelico, Porta Angelica e via del Mascherino, a pochi metri da piazza San Pietro, ma al momento non sarebbe stato trovato. Forse si è trattato solo di «una ragazzata», come trapela dal Vaticano.

«Non c'è allarme e non c'è stato allarme», sottolineano dalla sala stampa della Santa Sede, aggiungendo che non saranno riviste le misure di sicurezza, d’altronde già altissime da tempo. A confermarlo è anche il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin: «Io credo - ha detto parlando dal Meeting di Rimini - che in Vaticano non ci siano misure addizionali, per quanto io sappia si continua con lo stesso livello di attenzione e di sicurezza che c'è stato di questi tempi». Ma il cardinale ha ammesso anche la propria preoccupazione per le nuove minacce dell’Isis dirette al Papa e, al Vaticano: «Ho visto quel video che hanno trasmesso in televisione. Evidentemente non può non preoccupare, soprattutto per questo odio insensato che c'è». Parolin fa riferimento al video dell’Isis, girato a Marawi, nelle Filippine, nel quale viene minacciato Papa Francesco e un jihadista dice «arriveremo a Roma». Nel filmato, pubblicato da Al-Hayat Media Center, uno dei network ufficiali dell’Isis, diversi jihadisti devastano statue di Cristo, poi strappano un poster con il volto di Bergoglio.

Intanto la zona di piazza San Pietro si appresta ad affrontare domani mattina, come d’altronde tutte le domeniche, l'Angelus del Papa. Da tempo i controlli per accedere alla piazza, per la preghiera domenicale con il pontefice, sono strettissimi. Le borse e gli zaini vengono controllati, uno ad uno, con le palette metal detector ed è possibile transitare solo seguendo i percorsi indicati dalla sicurezza. Sempre presidiatissime anche le porte di ingresso, soprattutto quella di Sant'Anna dove transita il maggior numero di turisti.

Al di là del video dei jihadisti e del drone di questa mattina, comunque l’eventualità di un attentato che possa colpire l’Italia, e in particolare Roma o il Vaticano, è tra le ragioni che hanno spinto da tempo ad una vigilanza massima. D’altronde qualche giorno fa lo stesso capo delle Guardie Svizzere, il comandante Christoph Graf, ha detto che anche il piccolo contingente militare «è pronto ad affrontare qualsiasi evento». Al di là degli aspetti folcloristici delle guardie dalle divisi multicolori, da qualche tempo è stato rivisto il loro addestramento proprio in relazione alle minacce terroristiche. Anzi, Graf si è lasciato scappare anche un commento choc: «Forse è solo una questione di tempo prima che un attacco del genere si verifichi a Roma. Ma siamo pronti anche a questo».

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