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Migranti sgomberati, guerriglia a Roma: bombole contro la polizia

ROMA. Lo sgombero dei rifugiati e richiedenti asilo nel centro di Roma dopo cinque giorni si trasforma in scontri della polizia con alcune decine di migranti rimasti accampati in piazza Indipendenza e deflagra anche in campo politico. Colpiscono le immagini degli eritrei che rifiutano di sgomberare le aiuole e vengono dispersi con i cannoni ad acqua dalle autoblindo della polizia; tra loro anche diverse donne, inginocchiate, con le braccia alzate, travolte dal getto dell’idrante. Ma anche quelle delle bombole del gas lanciate dalle finestre dello stabile o contro le forze dell’ ordine. A loro si uniscono militanti radicali dei movimenti per la casa. L’istantanea del poliziotto che accarezza il viso di una rifugiata per consolarla si scontra con l’audio del funzionario che dice ai suoi uomini «spaccategli un braccio» nel caso i migranti in fuga tirassero qualcosa contro di loro.

«Forza ragazzi, sgomberi, ordine, pulizia ed espulsioni! Gli italiani sono con voi», incita il leader leghista Matteo Salvini. La sinistra compreso il Pd chiede invece chiarimenti sui metodi del nuovo sgombero dai giardini nel centro di Roma. "Sono in corso approfondimenti per accertare eventuali irregolarità», fa sapere la questura. Le organizzazioni a difesa dei diritti umani insorgono e denunciano feriti e violazioni.

Una giornata difficile iniziata quasi all’alba con l'intervento della polizia in piazza Indipendenza, vicino alla stazione Termini e di fronte al palazzo sgomberato il 19 agosto. Lo scopo é far allontanare decine di migranti - eritrei in massima parte, ma anche etiopi - che con le proprie masserizie si sono accampati. Il gruppo rifiuta di andarsene, la tensione sale e le forze dell’ordine usano gli idranti. Alcune donne finiscono a terra, urlano 'vergogna, volevamo solo una casà, molti giovani lanciano oggetti sugli agenti, che rispondono disperdendoli. Quattro vengono individuati. La procura indaga per tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale. La calma torna a fatica e nel pomeriggio nuovi tafferugli nelle vicinanze con lancio di sassi.

La Ong Medici Senza Frontiere, presente con alcuni operatori a soccorrere i migranti, parla di almeno 13 feriti tra loro. Amnesty International denuncia una «inaccettabile violenza». Save The Children si preoccupa dei circa 40 bambini sgomberati. L'Unicef parla di «bimbi terrorizzati».

Il Campidoglio, sotto accusa delle opposizioni per una presunta carenza di risposte adeguate, rende noto di fornire assistenza a tutti gli oltre 400 migranti sgomberati dallo stabile di via Curtatone, occupato dal 2013, in particolare agli oltre 100 più fragili (minori, anziani, disabili). Molti avrebbero rifiutato gli alloggi proposti perché periferici o per non separarsi. «Da qui non ce ne andiamo - dicono alcuni vicino a Termini -, stiamo in strada». Altri vanno in via Curtatone per recuperare le proprie cose nel palazzo vuoto. «Tornate domani», gli dicono.

Il prefetto di Roma Paola Basilone accusa i movimenti per la casa di essere causa dei rifiuti dei profughi sugli alloggi, elogia la polizia per aver ripristinato la legalità ed esorta ancora le istituzioni a mantenere gli impegni sugli alloggi. La società affittuaria dell’edificio liberato dovrebbe ospitare i soggetti deboli non accolti dal Comune, ma non c'é un’intesa. "Gli sgomberi non sono certamente una risposta adeguata», dice il vescovo ausiliare di Roma monsignor Paolo Lojudice. La destra invece esorta ad espellere subito i migranti violenti ed esprime solidarietà alle forze di polizia, difese anche dai sindacati di categoria. Sabato annunciata una manifestazione dei movimenti per la casa a Roma. Si preannunciano nuovi momenti di tensione.

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