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'Mi pare Casamicciola', dalla tragedia alla metafora

"E che è? Pare Casamicciola! ..." erano solite dire le mamme campane guardando il disordine lasciato dai figli nelle loro stanze; "Ccà pare Casamicciola"... diceva anche un affranto Eduardo De Filippo in "Natale in casa Cupiello" mentre entrava in scena con in mano la colla del Presepe, trovando tutto sottosopra e il Presepe distrutto. Battute e detti che nascono dal devastante terremoto che colpi' l'isola di Ischia nell'estate del 1883, una tragedia che rimase scolpita nella memoria collettiva tanto da entrare in locuzioni per definire il putiferio. Ma anche nei vocabolari di lingua italiana per definire una situazione di "rovina, disordine, gran confusione".

A Ischia la terra ha sempre tremato. Già il greco Strabone (64 a.c - 19 d.c.) descriveva l'isola soggetta a continui terremoti. E Plinio il Vecchio nel suo Naturalis Historia, parlava di sconvolgimenti e di uno sprofondamento vulcanico che seguì un'eruzione nell'area oggi occupata dal Porto d'Ischia. Più recentemente le cronache storiche parlano di ben 15 sismi avvenuti tra il 1228 e il 1883.

La zona più colpita era sempre Casamicciola e il sisma più devastante di cui si ha nota fu quello del 1883. Ebbe un livello di distruzione pari al decimo grado della scala Mercalli e una magnitudo stimata in 4,3. Morirono oltre 2300 persone su una popolazione residente di oltre 4 mila persone. Tra le vittime vi furono anche i genitori e la sorella del filosofo Benedetto Croce, il quale, allora diciassettenne, fu estratto vivo dalle macerie. L'evento segnò la sua vita. Il filosofo non mise mai più piede sull'isola.

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