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Regionali, accordo tra Pd e Alfano vicino: adesso anche Ap conferma

PALERMO. Candidato 'centrista' alla presidenza della Regione siciliana e intesa per le politiche con un'alleanza di coalizione se la legge elettorale dovesse rimanere quella attuale: sono due dei punti chiave dell'accordo su cui stanno lavorando il Pd e Ap di Angelino Alfano. "Il dialogo è molto avanzato", dice il sottosegretario e coordinatore di Ap in Sicilia, Giuseppe Castiglione. "L'accordo non è ancora chiuso, ma il confronto è positivo", aggiunge Castiglione.

"Ritengo generoso il tentativo di Gianfranco Miccichè di costruire in Sicilia un'alleanza sul modello del Ppe europeo ma la presenza di Salvini, da cui siamo molto distanti, ne impedisce la realizzazione", aggiunge il sottosegretario e coordinatore in Sicilia di Ap commentando l'iniziativa del commissario siciliano di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, di trovare un'intesa con Ap di Alfano per le regionali di novembre in Sicilia.

Nel centrodestra, intanto, nemmeno l’intervento di Silvio Berlusconi è riuscito a sbrogliare l’impasse che da settimane impedisce la scelta del candidato alla presidenza della Sicilia. Come si legge oggi sul Giornale di Sicilia, l’esito del vertice di Arcore a cui hanno preso parte il coordinatore siciliano di Forza Gianfranco Miccichè e il leader di Sicilia nazione Gaetano Armao (nome, questo, gradito al Cavaliere per il suo progetto di radunare imprenditori e esponenti della società civile) aveva fatto ben sperare quanti, dentro Forza Italia e nell’area centrista, tifavano per un riavvicinamento tra gli azzurri e area popolare.

A sentire infatti gli uomini di Miccichè, l’intesa con il leader di Ap sarebbe ad un passo. Proprio Berlusconi, per tentare evitare una divisione del centrodestra che renderebbe più difficile avere chance di vittoria, ha deciso di sondare in prima persona Alfano e poi di sentire il resto degli alleati. Non è la prima volta che i due si sentono ed il Cavaliere, raccontano, avrebbe provato in tutti i modi a convincere il leader di Ap a trovare un’intesa per la Sicilia anche su un nome proposto dagli stessi centristi.

Un’offerta però che non basta al ministro degli Esteri convinto che la partita siciliana debba essere solo una parte di un quadro più generale di alleanze. Una frenata all’entusiasmo di Miccichè e che invece torna a far sperare il partito democratico. Il leader di Ap anche ieri ha sentito Lorenzo Guerini che segue da vicino tutta la partita siciliana.

Che il titolare della Farnesina prima di decidere debba fare i conti con le diverse «anime» del partito non è più un mistero e che tutti non vogliano tornare con il Cavaliere lo dimostra l’annuncio fatto in mattinata da Pier Ferdinando Casini a Ragusa di una coalizione «tra moderati e progressisti». A non scartare ancora l’ipotesi è la richiesta fatta da Giorgia Meloni in una telefonata proprio con il Cavaliere. La leader di Fdi, che aveva sentito anche Salvini, ha ribadito all’ex premier l’indisponibilità ad un’intesa con Alfano: «Serve una coalizione seria e credibile», spiega Meloni che al telefono con Arcore ha inoltre ribadito il suo sostegno a Musumeci, «l'unica candidatura che può portare il centrodestra alla vittoria». Uno scenario che risulterebbe più complesso con una spaccatura soprattutto tenendo conto del seguito personale che ha Musumeci. Un bottino di voti che potrebbe fare la differenza.

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