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M5s, c'è un nuovo attacco hacker: diffusi dati interni

ROMA. Più che ad un attacco sembra essere di fronte a un «wikileaks» in salsa 5 stelle: la violazione della piattaforma Rousseau, rivelata due giorni fa, continua a colpire il cuore pulsante del M5S. L’hacker «rogue0», che ieri aveva annunciato l’attacco, prosegue nella diffusione dei dati interni al sistema, inclusi alcuni recentissimi, come quelli riguardanti la funzionalità Call to Action. E per i vertici è allarme rosso: mettere in discussione la sicurezza di Rousseau significa, di fatto, mettere in dubbia la veridicità delle votazioni con il rischio di una pioggia di ricorsi degli esclusi e, soprattutto, in vista della cruciale scelta del candidato premier.

Il caso Rousseau scoppia proprio mentre Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista sbarcano in Sicilia. I due, assieme al candidato alla presidenza Giancarlo Cancelleri, in serata hanno aperto il tour nell’isola a Marina di Ragusa: l’esordio di una campagna che Beppe Grillo e Davide Casaleggio considerano cruciale avendo già avvertito come il Movimento, in Sicilia, si giochi il tutto per tutto in vista delle Politiche.

Anche per questo la diffusione dilazionata dei dati di Rousseau ad opera di «rogue0» provoca preoccupazione e fastidio. Sull'attacco (il secondo dopo quello dimostrativo dell’hacker Gal0is) nessuno, tra i vertici, si è ancora espresso preferendo la cautela. L’unico messaggio a filtrare da Milano è che Casaleggio e i suoi sono «al lavoro perché un caso simile non si ripeta più». Cresce, invece, l’ipotesi che si decida di affidare a più società esterne la certificazione del voto per il candidato premier. Lo stesso Casaleggio, alla Stampa Estera, non aveva escluso questa possibilità, che ha un solo precedente: il voto per il candidato al Quirinale per la successione di Giorgio Napolitano.

Tra i parlamentari, invece, regna un preoccupato silenzio. Che l’attacco a Rousseau sia «un problema» è fatto condiviso da molti mentre Di Maio, al Corsera, assicura come siano state presa già le contromisure necessarie. L’hacker «rogue0», intanto, sembra quasi irridere il Movimento diffondendo in più puntate i dati sui nuovi meetup nonché nomi e cognomi di centinaia di donatori del Movimento. E tra questi, l’hacker segnala che Matteo Renzi avrebbe elargito, nel maggio 2016, un milione di euro al Movimento.

Il dato, chiaramente, è falso, e potrebbe essere stato inserito nella tabella con il comando Insert Into in un secondo tempo. «Se ho dato un milione di euro a Grillo? Ma secondo voi...», scherza Renzi da Livorno mentre il Pd coglie l’occasione per un nuovo attacca al M5S: «Democrazia diretta? Il falso regna sovrano» nel Movimento. E, l’attacco informatico potrebbe avere anche una coda legale con la Casaleggio Associati che rischia di essere portata da qualche iscritto in tribunale per mancata custodia dei dati sensibili.

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