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Distretti turistici siciliani contro la Regione: così il turismo torna al Medioevo

PALERMO. "Un comportamento incoerente e schizofrenico quello dell'Assessorato Regionale del Turismo, che dà una mazzata alle organizzazioni territoriali anziché promuoverle. L'assessore Barbagallo abbia il coraggio di un'analisi oggettiva, riconosca gli errori e si adoperi per evitare che il Turismo in Sicilia torni al Medio Evo". E' quanto afferma in una nota il Coordinamento dei Distretti turistici della Sicilia dopo le recenti polemiche sul loro "fallimento".

"Forse l'assessore Barbagallo - prosegue la nota - non conosce la storia dei Distretti di cui parla e si innamora dell'idea dei Dmo senza sapere che i Distretti turistici più attivi sono pronti subito a trasformarsi in Dmo. Per questo forse occorre rinfrescare la memoria a chi con facilità dimentica e parla di fallimento altrui dissertando invero delle proprie incapacità".

Il Coordinamento ricorda l'iter per la creazione dei Distretti, avviato nel 2005 con una legge specifica della Regione. Nel 2012, con proprio decreto, ne istituisce 25, tra territoriali e tematici, "consentendo in modo poco chiaro anche la sovrapposizione tra promozione tematica e del territorio".

"La Regione - prosegue la nota - ad un certo punto del percorso cambia radicalmente posizione, decidendo di organizzare il sistema attraverso 7 Dmo utilizzando a 'titolarità regionale' i fondi che erano stati messi a disposizione, cioè per utilizzarli con propria diretta gestione. In questi anni trascorsi nell'attesa, con sacrificio, vero e proprio volontariato - conclude il Coordinamento - i Distretti hanno creduto sentitamente nell'idea di governance per cui sono stati istituiti, senza alcun sostegno finanziario regionale, attendendo un segno, e continuando a lavorare per rafforzare il sistema dell'accoglienza e per attivare una serie di processi per la promozione turistica".

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