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Venezuela, sangue sul voto per la Costituente: 13 morti in un giorno

CARACAS. Il caos e la violenza hanno segnato le elezioni per l'Assemblea Costituente voluta da Nicolas Maduro in Venezuela. Tredici persone sono state uccise nelle ultime 24 ore, 120 in totale da aprile, e la protesta si è estesa in tutto il paese con momenti di vera e propria guerriglia urbana. Mentre il governo ha continuato ad assicurare che nel paese "regna la calma" e, nonostante la bassa affluenza, ha definito le elezioni un "successo storico" del chavismo.

Un appello alla comunità internazionale è stato lanciato dal leader dell'opposizione Leopoldo Lopez che chiede di non riconoscere il voto e denuncia la "brutale repressione della protesta". Mentre gli Usa, secondo il Wall Street Journal, stanno valutando l'imposizione di sanzioni contro l'industria petrolifera del Venezuela che potrebbero avere un impatto devastante sull'economia del paese.

Intanto i dati ufficiali parlano di un'affluenza del 41,5%, mentre l'opposizione di una astensione dell'87%. Aumentano intanto i paesi americani che non riconosceranno l'esito dello scrutinio: Messico, Colombia, Perù e Argentina; il Cile parla di voto "illegittimo"; gli Usa condannano le violenze.

Un candidato all'Assemblea Costituente venezuelana, è stato ucciso ieri notte nella sua casa a Ciudad Bolivar, capitale dello stato di Bolivar, nel Sudest del paese. La notizia, diffusa dai media locali, è confermata dalla Procura Generale, che ha identificato la vittima in José Felix Pineda (39 anni), precisando che "un gruppo di persone ha fatto irruzione nella sua casa" e lo ha "ucciso con colpi di arma da fuoco". Sale così a 113 il bilancio delle vittime dall'inizio delle proteste, ad aprile scorso.

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