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Mr.Trapani sfida colossi Usa ristorazione con Briscola-Pizza

L'ex-amministratore delegato di Bulgari Francesco Trapani ed ex-capo (Rpt ex-capo) della divisione orologi e gioielli di Lvmh rileva il 53% di Briscola-Pizza e sfida i colossi Usa della Pizza (Pizza Hut e Domino's). Già socio di Bulgari, Tiffany e Tages Holding, Trapani è entrato tramite Argenta Holding nel capitale di Foodation, la holding delle catene Briscola-Pizza, Mariù e Polpa-Burger Trattoria.

Il piano di sviluppo di 'Briscola - Pizza Society', che attualmente conta 3 punti vendita a Milano e Firenze, si concentrerà sia sullo sviluppo del marchio sia sull'incremento dei locali, nuove aperture di proprietà a Milano e a Londra con l'obiettivo di diventare in breve tempo punto di riferimento della pizza napoletana dapprima sul mercato UK e poi in Europa.

 "L'Italia - spiega Trapani in una nota - è la patria riconosciuta e indiscussa della pizza nel mondo ma, nonostante una crescente domanda di food made in Italy, il mercato mondiale della pizza è dominato da marchi stranieri che propongono un prodotto molto distante dalla pizza partenopea". Secondo il nuovo azionista di maggioranza di Foosation, "la qualità dell'elevata proposta gastronomica unita a un ambiente cosmopolita e a un concetto assolutamente innovativo come quello del '#pizzasharing' rappresentano elementi unici e distintivi in grado di consentire a Briscola Pizza Society di diventare il brand di riferimento della pizza napoletana in Europa".

Salutano l'ingresso di Trapani i fondatori di Foodation Riccardo Cortese e Federico Pinna, secondo i quali "l'apporto di nuove risorse finanziarie e manageriali consentiranno di rafforzare ulteriormente il processo di crescita di Foodation, con l'obiettivo di continuare a individuare soluzioni per rispondere alle nuove esigenze di un pubblico sempre più eterogeneo, che chiede di mangiare in tempi più rapidi a un prezzo accessibile, senza però mai rinunciare alla qualità del prodotto e a un ambiente piacevole". Ai due soci fondatori, che guideranno il progetto di sviluppo, resta in mano una quota complessiva del 28%.

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