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Falso d'Autore a Pergolesi Spontini Fest

JESI -  Dal 'vero' falso diario di Caravaggio, con lo zampino di Camilleri, ai fiumi di note attribuite a Caccini, Donizetti, Vivaldi, Albinoni e invece realizzate 'solo' da abili colleghi. Fino a scoprire che nemmeno Bach si 'risparmiò' dovendo comporre lo Stabat Mater. E' dedicato al Falso d'Autore il XVII Festival Pergolesi Spontini, kermesse dedicata ai due compositori marchigiani, che con uno storico ritratto rigorosamente inventato di Pergolesi in locandina, torna dal 7 agosto al 17 settembre, in piazze e luoghi d'arte di Jesi, Maiolati Spontini, Apiro, Loreto, Monsano, Serra De' Conti, Ostra. In programma, 30 appuntamenti tra opere, concerti e spettacoli musicali, alla scoperta delle più clamorose false attribuzioni, travestimenti, parodie e biografie immaginarie di grandi artisti. ''Un appuntamento importante per far conoscere il nostro territorio'', spiega Massimo Bacci, sindaco di Jesi e presidente della Fondazione Pergolesi Spontini, presentando il festival a Roma insieme a Umberto Domizioli, vicepresidente della Fondazione e sindaco di Maiolati Spontini, il comune di appena 3.600 abitanti che diede i natali al maestro di cui porta il nome e dal quale ereditò la fortuna guadagnata in tutta Europa. ''Cultura e turismo - prosegue la campionessa olimpica oggi deputato Valentina Vezzali - sono uno straordinario volano per la nostra regione colpita dal sisma''. E anche se ''programmare un festival è una roulette russa'', come racconta l'amministratore delegato della Fondazione, ''perché ancora oggi non sappiamo quanto avremo da Regione e Ministero'', la carrellata di falsi d'eccellenza nel programma del direttore artistico Vincenzo De Vivo è davvero lunga. ''Pergolesi stesso - racconta - essendo morto giovane era una garanzia per gli editori, soprattutto nel mercato nordico dove si moltiplicavano le partiture a lui attribuite. Oggi sappiamo che ne firmò poco più di 30, ma l'edizione Caffarelli ne contava oltre 200''. E allora, mentre per il 2018 si attendono Le metamorfosi di Pasquale di Spontini ritrovate appena un anno fa e coprodotte tra la Fondazione e La Fenice di Venezia, al Festival quest'anno divisi tra Contaminazioni, Mutamenti, Biografie immaginarie, Travestimenti e Falsi da leggere, ecco i Canti di Ossian (in realtà scritti da James Macpherson); i Protocolli dei savi di Sion, divenuti strumento di propaganda nazista; le Chanson De Bilitis (ma mai scritte dalla poetessa coeva di Saffo); il falso lascito di Costantino alla Chiesa romana; le canzoni siciliane di Luigi Capuana che tanto provocarono i dantisti; e lo Stabat Mater diretto da Damien Guillon. Fino alla prima esecuzione assoluta de Il colore del sole (8 settembre a Jesi), presunto diario caravaggesco tratto dal libro di Andrea Camilleri, con le musiche di Lucio Gregoretti, direzione di Gabriele Bonolis e regia di Cristian Taraborelli.

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