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Totti dirigente: "Inizia una nuova vita, con Pallotta per una grande Roma"

ROMA. «Non voglio avere un ruolo, voglio essere tutto e niente, voglio essere un personaggio importante per Roma e per la Roma e capire veramente quello che mi piacerebbe fare. Sul biglietto da visita ci sarà scritto: Francesco Totti, AS Roma». Da ex capitano, bandiera e uomo simbolo dei colori giallorossi negli ultimi 25 anni, a dirigente in cerca della giusta collocazione.

Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, non esattamente di propria volontà, Totti non ha fretta di scoprire le carte. Anzi, le vuole osservare, studiare da vicino per poter poi intraprendere la strada a lui più consona. Il ricordo del campo, di quel 28 maggio, d’altronde è ancora fresco nella memoria.

«Quello per me è un giorno storico, importante, un giorno che mi ha colpito tantissimo. Lo porterò per sempre con me. Sarà difficile spiegare alla gente le sensazioni e le emozioni che ho provato quel giorno. La fine della mia carriera. Penso fosse chiaro che non l’avrei mai voluta terminare quella partita, quella giornata - racconta alla tv ufficiale di Trigoria - Il rettangolo di gioco mi ha dato tanto e io ho cercato di dare tanto per questa gente che giorno dopo giorno mi ha dimostrato tanto amore».

«E ora che è finita la prima parte della mia vita, quella da calciatore, ne inizierà un’altra più importante da dirigente, sperando di fare quello che ho fatto sul campo». Insomma, l'obiettivo è puntare al massimo, partendo però dal gradino più basso. «Si riparte dall’inizio, una nuova fase, una nuova avventura. Parliamo di due cose ben differenti. Una era il mio lavoro principale, mentre ora ci avviciniamo a una cosa diversa con la stessa testa e lo stesso spirito, forse ancora di più, perché avendo tanta esperienza calcistica ho più possibilità di dare una grande mano. Ho preso questo tempo per pensarci, per riflettere e quel tempo mi servirà veramente per entrare in questa società, passo dopo passo, con tranquillità, con serenità, per capire il ruolo che mi si addice più di tutti - sottolinea lo storico capitano romanista - I dubbi sono solo legati al fatto di capire bene cosa voglio fare da grande. Cercherò di mettermi a disposizione a 360 gradi, dal settore giovanile fino al presidente. Poi è normale che ci vorranno, sei mesi, un anno, due, non so quanto tempo ci vorrà per affermarmi nel ruolo che preferisco realmente. Il mio futuro però lo immagino roseo, bello: sceglierò un ruolo perfetto, affinché io riesca a far diventare questa una grande squadra e una grande società».

Società che, anche grazie al lavoro ai fianchi del nuovo ds Monchi, è riuscita a convincere Totti a non rompere il suo legame d’amore con i colori giallorossi. «Ho parlato con il direttore sportivo, è stata una bella chiacchierata e ora avremo tempo di conoscerci meglio» ammette, senza nascondere le frizioni avute con Pallotta: «Ho parlato anche con il presidente, soprattutto dei piccoli passaggi che non erano ben chiari per quello che era successo anni fa. Però ci siamo chiariti, e adesso siamo contenti del nostro incontro e cercheremo di portare più in alto possibile questa squadra».

Che in panchina sarà guidata da Eusebio Di Francesco, ex compagno di Totti ai tempi del terzo scudetto romanista: «Con lui ho un grandissimo rapporto. Lo vedevo anche quando non era l'allenatore della Roma. È una grande persona, un grandissimo uomo e sarà sicuramente uno dei valori aggiunti». Con Totti ad agire non più sul campo ma dietro le quinte.

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