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"Minaccia stragi in nome dell'Isis", algerino espulso dalla Sicilia

PALERMO. Minacciava di compiere stragi di bambini italiani nel nostro Paese, tagliando le loro teste e facendosi esplodere in nome dell’Isis. Per questo è stato rimpatriato in Algeria Larbi Rouabhia, di 48 anni. L’uomo è stato espulso dal territorio nazionale per motivi di pericolosità sociale.

L’uomo aveva chiesto asilo polito, ma la Digos di Catania lo aveva denunciato all’autorità giudiziaria per comportamenti violenti e discriminazione razziale durante la sua permanenza presso la struttura Sprar di Licodia Eubea e successivamente per apologia di delitti di terrorismo.

In questa struttura era entrato clandestinamente nel 2016 ed era ospitato insieme al figlio. Rouabhia ha una forte avversione nei confronti dei costumi occidentali, condannando aveva più volte manifestato la sua avversione alle culture ed ai sistemi occidentali, le operazioni militari intraprese dalle coalizioni contro i gruppi terroristici, vantandosi di aver sgozzato numerosi uomini e di aver trascorso un lungo periodo in carcere quando era in Algeria, dalla quale era poi fuggito.

Tra gli episodi più significativi vi sarebbe in particolare un commento “a tutti i curdi andrebbe tagliata la gola” che l’algerino avrebbe espresso dopo aver mostrato al coordinatore del centro un video che aveva sul proprio smartphone che riproduceva la scena di un ragazzo curdo mentre strappava le pagine del Corano.

L’algerino è stato anche autore di gravi minacce nei confronti sia del proprio legale che del titolare dello S.P.R.A.R. Il legale nel pomeriggio di giovedì 6 luglio, aveva sporto querela presso gli uffici della Digos di Catania, dichiarando che il suo assistito gli aveva detto “ sei il mio avvocato, sei complice del giudice, esiste una legge mia che appena uscirò applicherà ”, facendo chiaramente intendere seri propositi ritorsivi.

Rouabhia aveva manifestato propositi di vendetta al titolare dello S.P.R.A.R., responsabile a dire di quanto gli stava accadendo tanto da dire che gliela “avrebbe fatta pagare non appena fuori dal C.I.E.”.
L’algerino è stato aggressivo verso le operatrici ed altre donne ospitate nel centro, in quanto riteneva che i loro comportamenti non fossero conformi ai dettami islamici. Lo scorso 9 marzo la Commissione Territoriale di Catania gli ha negato status di rifugiato ed è stato portato al Centro di permanenza per rimpatri di Caltanissetta.

Lo straniero, durante il suo trasferimento verso la struttura, ha minacciato di compiere stragi nel nostro Paese in nome del Califfato. Da indagini dei servizi di Intelligence è emerso che l’algerino ha un profilo social sul quale sono stati trovati contenuti pro Stato Islamico e di tenore anti-sciita. Nel 2017 si tratta del 63° rimpatrio, salgono a 195 le espulsioni di soggetti gravitanti in ambienti dell'estremismo religioso eseguite con accompagnamento nel proprio Paese dal gennaio 2015 ad oggi.

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