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Mehta torna in Sicilia con 9/a Beethoven

PALERMO - Zubin Mehta, uno dei più grandi direttori d'orchestra viventi, è a Palermo per provare la Nona sinfonia di Beethoven, con l'orchestra e il coro del Massimo, in previsione del debutto al teatro Greco di Taormina, sabato 8 luglio. L'evento, che sarà trasmesso in diretta anche sul maxi schermo allestito in piazza Massimo, alle 21,30, apre la rassegna Anfiteatro Sicilia, realizzata con Taormina Arte e con l'assessorato Turismo della Regione. Mehta proviene da un'aristocratica famiglia indiana, ha 81 anni e un'incredibile energia, manca da Palermo da 16 anni.
    Aveva diretto l'anno precedente un concerto riservato ai capi di Stato per una conferenza delle Nazioni Unite, e gli sembrava giusto concedere un bis alla città. Con il sovrintendente del Massimo Francesco Giambrone, il maestro Mehta ha una lunga consuetudine che risale agli anni del Maggio Fiorentino: "Lo inseguo da anni - dice Giambrone - il maestro ha un'agenda di concerti che lo impegnano per molti anni ma sappiamo che tornerà a Palermo il prossimo 7 marzo per dirigere il Requiem di Verdi".
    L'ultima sinfonia di Beethoven, del 1824, è il testamento del genio tedesco, che per il Finale utilizza "l'inno alla gioia" di Schiller, divenuto qualche anno fa l'inno europeo. "Abbiamo ereditato un patrimonio culturale e musicale immenso - dice Zubin Mehta - noi siamo i custodi del museo. E in questo caso la sinfonia fa appello alla fratellanza e all'amicizia dei popoli, sì, è vero, tutti i politici dovrebbero imparare a memoria le parole cantate dal coro. La mia prima volta con la Nona, avevo circa otto anni, cantavo da baritono, dirigeva Karajan a Vienna, poi il concerto diventò un'incisione discografica e io guadagnai 50 scellini, una fortuna.". I suoi prossimi impegni lo portano in Israele per la Turandot di Puccini. "E' un paese che ho molto amato - rivela - io provengo da una minoranza indiana e comprendo bene le difficoltà del popolo ebreo, ma oggi Israele si isola sempre di più". Il Maestro ama molto anche Napoli e il suo teatro, il San Carlo. "Mi trovo molto bene nel Sud Italia - spiega - e propongo la creazione di un'orchestra delle due Sicilie, è un sogno, sarebbe bellissimo, ma anche alla mia età sognare è un dovere".(ANSA).
   

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