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Il Papa: "Le pensioni d'oro sono un'offesa al lavoro"

Foto tratta da pagina Facebook della Cisl

CITTA' DEL VATICANO. "Le 'pensioni d'oro' sono un'offesa al lavoro non meno grave delle pensioni troppo povere, perché fanno sì che le diseguaglianze del tempo del lavoro diventino perenni". Lo ha detto il Papa nella udienza ai delegati della Cisl, guidati dal segretario generale signora Furlan, ricevuti in occasione del XVIII congresso nazionale, intitolato "Per la persona, per il lavoro".

Per il Papa è "urgente un nuovo patto sociale per il lavoro, che riduca le ore di lavoro di chi è nell'ultima stagione lavorativa, per creare lavoro per i giovani che hanno il diritto-dovere di lavorare". Lo ha detto alla Cisl, aggiungendo che "è una società stolta e miope quella che costringe gli anziani a lavorare troppo a lungo e obbliga una intera generazione di giovani a non lavorare quando dovrebbero farlo per loro e per tutti".

E continua: "Ancora nel mondo del lavoro la donna è di seconda classe, voi potreste dire 'sì, no, ma c'è quella imprenditrice, c'è quell'altra', ma la donna guadagna di meno, è più facilmente sfruttata, fate qualcosa". Lo ha chiesto il Papa alla Cisl, a proposito delle "periferie" verso le quali il sindacato deve prestare attenzione.

"Questo è un peccato grave: non dobbiamo parlare di economia di mercato, ma di economia sociale di mercato, come ci ha insegnato Giovanni Paolo II". Nel passaggio precedente papa Francesco ha rilevato che "il capitalismo del nostro tempo non comprende il valore del sindacato, perché ha dimenticato la natura sociale dell'economia, dell'impresa, della vita, dei legami e dei patti. Ma forse la nostra società non capisce il sindacato - ha detto il Papa - perché non lo vede abbastanza lottare nei luoghi dei 'diritti del non ancora': nelle periferie esistenziali".

"Come dimostra anche la grande tradizione della Cisl, - ha detto il Papa nella udienza ai delegati Cisl con il segretario generale Furlan - il movimento sindacale ha le sue grandi stagioni quando è profezia. Ma - ha aggiunto - nelle nostre società capitalistiche avanzate il sindacato rischia di smarrire questa sua natura profetica, e diventare troppo simile alle istituzioni e ai poteri che invece dovrebbe criticare. Il sindacato col passare del tempo ha finito per somigliare troppo alla politica, o meglio, ai partiti politici, al loro linguaggio, al loro stile. E invece, se manca questa tipica e diversa dimensione, anche l'azione dentro le imprese perde forza ed efficacia".

Questo passaggio del discorso del Papa è stato molto applaudito dai presenti all'udienza, che si è svolta nell'aula Paolo VI alle 9, prima che il Papa andasse in piazza per la udienza generale. "Grazie per la visita, grazie - ha detto il Papa prima di congedarsi, adesso vado in piazza al bagno turco" (alludendo alla cappa d'afa che avvolge Roma, ndr).

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