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Primario, fratellini bimbo morto di morbillo non c'entrano

"I fratellini non c'entrano nulla con il morbillo" che ieri (22 giugno, ndr) ha stroncato la vita del bambino malato di leucemia ricoverato all'ospedale San Gerardo di Monza. Lo ha detto il professor Andrea Biondi, primario della Clinica Pediatrica del San Gerardo. "I fratellini - ha spiegato Biondi - hanno avuto il morbillo in un secondo momento". Il problema resta invece la mancanza dell'immunità di gregge. "Se viene meno - ha detto Biondi - le persone e i bambini più deboli possono pagare un prezzo più alto".

"Il problema è che abbiamo avuto un'epidemia che ha colpito una regione, ha colpito l'Italia" ha aggiunto Biondi. "Da questo dramma bisogna prendere come lezione positiva questa verità: se viene meno l'effetto di una comunità, le persone e i bambini più deboli possono pagare un prezzo più alto. Questa è la lezione che dobbiamo prendere, non cercare dei responsabili, e tantomeno pensare che i genitori, che vivono un dramma nel dramma, possano essere considerati responsabili". Ma se i fratellini fossero stati vaccinati, il bimbo deceduto poteva salvarsi? "La risposta è no", ha detto categorico il primario. "E' fuori da ogni possibilità. Anche i fratelli si sono ammalati perché abbiamo vissuto un periodo in cui tanti, giovani e adulti, si sono ammalati di morbillo. Siamo scesi sotto la soglia giudicata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità di 'protezione della comunità'. E se questo è successo vuol dire che deve esserci un richiamo a tutti per ribadire che bisogna vaccinarsi: per proteggere i nostri figli, ma anche per un senso di responsabilità nei confronti degli altri, dei più deboli, che potrebbero non essere in grado di farlo".

 "È stata una storia straziante, io stavo seguendo questa vicenda da un mese, il bambino era seguito in ospedale, ma purtroppo siamo dentro una epidemia di morbillo e i bambini non vaccinati, gli adulti non vaccinati, rischiano e i bambini fragili come quello di Monza, che stava guarendo dalla leucemia, che avremmo salvato dalla leucemia, è morto per il morbillo". Con queste parole, il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha commentato a Bisceglie, a margine di Digithon, la vicenda del piccolo affetto da leucemia, morto per il morbillo preso dai fratelli non vaccinati. Proprio in attesa che il ministro arrivasse, alcune decine di genitori contrari ai vaccini hanno protestato fuori dalle vecchie segherie dove la rassegna si svolge. Riferendosi a loro e, in generale, a tutti i genitori contrari alle vaccinazioni, Beatrice Lorenzin ha detto che "non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire, noi siamo disponibili a dare informazioni e accompagnare i genitori nel processo di vaccinazione, ma credetemi grazie ai vaccini abbiamo salva la vita, e una vita vale una legge".   

Sì a modifiche ma nessuno svuotamento del decreto
"È importante che il decreto non venga svuotato di valore scientifico poi siamo aperti a modifiche che vadano incontro alla sensibilità del Parlamento e anche a miglioramenti effettivi, per esempio l'istituzione dell'anagrafe nazionale vaccinale, tanto che abbiamo già approvato le risorse per finanziarla". Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, rispondendo ai giornalisti sulle modifiche del decreto vaccini in Senato. "I Lea sono stati predisposti e finanziati due anni fa - ha spiegato - per la copertura al 95% di tutti i vaccini del piano nazionale vaccini, sia quelli obbligatori, i 12 previsti dal decreto, sia quelli fortemente raccomandati, come quello contro papilloma virus e pneumococco". "La lista dei 12 vaccini previsti dal decreto - ha concluso Lorenzin - non la ho decisa io, è stata indicata dalle autorità sanitarie su criteri di messa in sicurezza della popolazione, chi la voglia modificare se ne assuma la responsabilità, io come ministro mi attengo a ciò che dicono le autorità sanitarie né a giudizi né a convenienze politiche".

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