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Incendio tra i boschi del Portogallo: si lavora ancora per spegnere le fiamme

LISBONA. Oltre 1.500 vigili del fuoco stanno lavorando in Portogallo nel disperato tentativo di spegnere l'incendio che ha causato 62 morti. In giornata sono attesi aiuti dall'Italia e dalla Francia. Il paese sta osservando tre giorni di lutto nazionale. Ad alimentare le fiamme che hanno colpito la zona boschiva di Pedrogao Grande a 150 km a nord di Lisbona, le alte temperature ed i forti venti.

Il Portogallo è sotto shock. Le fiamme che hanno divorato Pedrogao Grande hanno lasciato un paesaggio da apocalisse, cadaveri di case, alberi e chiese, auto incenerite abbandonate in mezzo alle strade, corpi carbonizzati. Il Paese ha vissuto una delle tragedie più gravi della sua storia recente.

Il violento incendio che ha devastato questa zona del Portogallo centrale vicino a Leiria ha fatto almeno 62 morti (una cifra destinata «probabilmente» a salire), 59 feriti, cinque dei quali gravi, incenerito case e foreste, seminato il terrore fra la popolazione in fuga nella notte su strade nelle quali le fiamme erano in agguato, spinte da venti molto forti.

"Le fiamme volavano» ha raccontato un sopravvissuto. Almeno 47 delle 61 vittime per ora accertate sono morte scappando dai loro villaggi minacciati dall’incendio. Diverse auto sono state bloccate dalle fiamme. Hanno cercato di tornare indietro. Ma altre fiamme ne hanno bloccato la fuga. Trenta persone sono morte carbonizzate nelle auto, altre 17 fuori mentre tentavano di fuggire a piedi. Fra i morti almeno quattro bambini. Il primo identificato è stato il piccolo Rodrigo, 4 anni, morto mentre attraversava la foresta nell’auto dello zio per andare dai nonni. Il suo corpicino è stato trovato accanto all’auto carbonizzata. Fra le vittime anche un altro bambino di 4 anni e due di otto.

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