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In mostra disegni inglesi Sassoferrato

SASSOFERRATO (ANCONA) - Ventuno disegni provenienti dalla Collezione Reale Britannica mai esposti prima in Italia e gentilmente concessi dalla regina Elisabetta II sono il nucleo centrale della mostra "La Devota Bellezza" che riporta le opere di Giovan Battista Salvi (1609-1685), detto il Sassoferrato nella sua città natale, Sassoferrato appunto, fino al 5 novembre. L'evento espositivo focalizza l'attenzione sull'opera grafica di Sassoferrato: oltre ai disegni che vengono dal castello di Windsor (grazie ad un acquisto fatto nel 1768 da Richard Dalton, bibliotecario di re Giorgio III), ci sono sette fogli di collezioni pubbliche e private e oltre trenta dipinti esposti nella sede principale di Palazzo Scalzi e in quella collegata della chiesa di Santa Chiara. Nella prima sezione della mostra, curata da Franҫois Macé de Lépinay, uno dei massimi esperti di Sassoferrato, i disegni sono affiancati da nove dipinti, permettendo al visitatore di esplorare i collegamento tra lavoro grafico e lavoro pittorico. Nella seconda sezione, curata da Stefano Papetti, sono esposte opere provenienti dal territorio marchigiano (comprese le zone terremotate) e altre legate alla committenza romana di casa Aldobrandini. Per il visitatore è l'occasione di immergersi nelle atmosfere densamente spirituali del Salvi, pittore specializzato in soggetti religiosi (soprattutto madonne, che gli hanno dato fama di 'pittore dei santini'), ma anche ritratti. Un artista popolarissimo tra i pontefici e le famiglie nobiliari romane, amato dai Preraffaelliti e riscoperto da Federico Zeri che lo definì "il grande pittore dell'arte sacra del cattolicesimo", che rielaborò e fece proprie le lezioni di Guido Reni e soprattutto di Raffaello, nella ricerca di un mondo ideale, pervaso di bellezza e rigore, alternativo allo sfarzo del Barocco e al crudo realismo di Caravaggio. La devota bellezza del titolo della mostra è quella delle sue madonne, nelle versioni 'Mater dolorosa' e 'Mater Amabilis', e nelle scene con il Bambino, in cui domina il caratteristico 'azzurro Sassoferrato'. Esposti anche i ritratti di mons. Prati e del card. Ottoboni, proveniente dei Musei Civici di Padova. La mostra è stata ideata dal Comune di Sassoferrato e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, anche come veicolo per il coinvolgimento di tutti gli operatori economici del territorio e la creazione di itinerari e pacchetti turistici ad hoc.
   

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