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Lotta alla povertà e spinta al Sud, reddito d'inclusione per 660mila famiglie

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti

ROMA. Il Governo accelera su due fronti critici: la lotta alla povertà e il recupero del Sud. Il Consiglio dei ministri ha infatti dato il suo primo sì al decreto che sblocca il Reddito d'inclusione (Rei). Pronti due miliardi l'anno per un aiuto che si rivolge a una platea di circa 660mila famiglie, ovvero 1,8 milioni di persone, a partire dal 2018.

Il sostegno va da un minimo di 190 euro al mese a un massimo di 485. Ma, a sorpresa, il Cdm ha anche approvato un dl con "disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno". Il provvedimento mira a sostenere i giovani meridionali e apre a regole più vantaggiose per quelle che vengono battezzate "zone economiche speciali" . Nel Governo c'è senz'altro soddisfazione per la nuova misura di contrasto alla povertà.

"E' un primo passo", spiega il premier Paolo Gentiloni, assicurando "ulteriori" iniziative. Tanto che, sottolinea il presidente del Consiglio, è stata avanzata una proposta di Reddito d'inclusione a livello europeo: "ne ho parlato di recente anche con il presidente Macron".

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, firmatario del provvedimento, garantisce il massimo impegno per "mettere tutti i cittadini in condizione" di fare la domanda e accedere al beneficio se in possesso dei requisiti. Ma come funziona il Reddito d'inclusione? Per rientrare occorre avere un reddito Isee sotto i 6mila euro e un patrimonio immobiliare inferiore ai 20mila euro.

Non solo, c'è l'obbligo di "sottoscrivere un patto", sottolinea Poletti, che condiziona l'erogazione dell'aiuto a "determinati comportamenti, dall'accettare proposte per migliorare l'occupabilità a garantire la frequenza scolastica dei figli". Per semplificare e, allo stesso tempo, evitare 'furbate' al Rei si accederà attraverso una dichiarazione Isee precompilata. Secondo Poletti con le risorse a disposizione si coprirà buona parte del bacino potenziale, ma per evitare problemi avranno priorità i nuclei "con almeno un figlio minorenne o con disabilità, con una donna in stato di gravidanza o un over55 in disoccupazione".

Centrati tutti i criteri si potrà ottenere un sostegno su base mensile, tanto maggiore quanto più è numerosa la famiglia, per un "periodo continuativo non superiore ai 18 mesi", allungabile non prima che ne siano passati altri sei. Il decreto prevede anche la nascita di una Rete per la protezione e l'inclusione sociale. Si incrocia con la lotta alla povertà, l'intervento per dare una spinta al Mezzogiorno, visto che non c'è crisi o ripresa che abbia in qualche modo cambiato la situazione.

L'Italia meridionale sconta un ritardo strutturale per cui il Governo mette a punto un piano d'azione con tre direttrici, a cominciare da un sostegno di 40mila euro ai giovani imprenditori, chiamato "Resto al Sud". Arrivano poi le Zes (Zone economiche speciali) pensate per rilanciare le aree portuali, con agevolazioni fiscali aggiuntive.

L'obiettivo dichiarato è "attrarre player internazionali" (il credito d'imposta varrà anche per progetti di grossa portata, fino a 50mila euro). L'ultima azione sta nel taglio alla burocrazia, con misure volte a velocizzare investimenti pubblici e privati. Insomma si tenta di frenare lo spopolamento del Mezzogiorno, allo stesso tempo di suscitare l'interesse dei capitali stranieri, mettendo sul piatto "significative risorse" ma anche con uno sforzo per semplificare le regole del gioco.

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