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"Blue Whale", studentessa di 14 anni salvata dal "gioco del suicidio"

Fonte publicdomainpictures.net

RAVENNA. Sul suo profilo Facebook aveva postato una propria foto in cui erano evidenti le lesioni che si era procurata a un braccio in quello che costituisce uno dei primi passi del notorio 'gioco del suicidio,' ribattezzato 'Blue Whale', la sfida di 50 prove in 50 giorni che istiga gli adolescenti al suicidio. La polizia è però riuscita a intervenire subito e a evitare peggiori conseguenze per la ragazza. Protagonista di quanto verificatosi nei giorni scorsi nel Ravennate, è una studentessa di 14 anni.

È stata proprio la scuola ad avvisare la famiglia della giovane: la segnalazione è poi giunta agli agenti della polizia Postale di Bologna che - come riportato dalla stampa locale - si stanno occupando del caso per identificare eventuali responsabili. Sulla 14enne, che sta bene, la famiglia ha adottato tutte le dovute precauzioni per tutelarne l’incolumità.

In ragione del fatto che dietro all’accaduto si nasconda un fenomeno ben preciso, la questura di Ravenna ha ora consigliato ai genitori di monitorare il comportamento dei propri figli specie se in età adolescenziale.

Nelle fasi iniziali del 'Blue Whale' - ha spiegato la Polizia - tramite Internet vengono fatte una serie di richieste alla vittima come alzarsi nel cuore della notte per vedere un film dell’orrore, andare in luoghi isolati o in cimiteri sempre di notte, farsi dei selfie in posti pericolosi come tetti di palazzi o binari della ferrovia. Un’escalation che prosegue nella richiesta di atti di autolesionismo da provare con materiale fotografico postato sulla Rete. Si suppone insomma che la 14enne ravennate fosse giunta a questo livello del 'gioco'.

Ieri un altro presunto caso in Friuli, dove la Polizia postale ha copiato integralmente il contenuto dei due cellulari di una ragazzina che si sospetta essere caduta nel tranello di Blue Whale. La memoria degli smartphone verrà analizzata da lunedì nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Udine per istigazione al suicidio a carico di ignoti.

Gli inquirenti vogliono capire se e da chi la tredicenne sia stata attirata nel tranello della sfida o se la giovane, che già in passato aveva manifestato dei segnali di disagio, abbia emulato la sfida trovandone ampie informazioni su internet. L'indagine è partita dalla segnalazione dei genitori che si sono accorti subito dei segni sul braccio della figlia, notando un 'tatuaggiò simile a quello del Blue Whale.

Dopo la notizia circolata ieri sul caso altre quattro mamme friulane hanno effettuato delle segnalazioni alla Polizia postale che si sono rivelate falsi allarmi. «E' un segnale positivo - ha dichiarato il Procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo -, il tessuto sociale friulano è sano. Sono convinto che il disagio possa essere stroncato sul nascere. Diversamente sarebbero ignorati troppi segnali per un tempo troppo lungo».

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