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L'imbarazzo del Pd per l'inchiesta
Un'incognita la corsa per le Regionali

PALERMO. La diplomazia del segretario regionale Fausto Raciti copre solo in parte l’imbarazzo del Pd per l’inchiesta che ha coinvolto anche il presidente della Regione Rosario Crocetta.

Raciti ha sentito più volte Crocetta, che lo ha rassicurato. Ma il segretario può solo prendere tempo: «Restiamo su una linea renziana. Attendiamo di capire bene cosa è successo e che sviluppi avrà l’inchiesta».

Raciti non si sottrae al dibattito politico che si aggancia all’inchiesta. Il futuro del governo è comunque breve, visto che mancano cinque mesi alle elezioni. Il punto è come gestire Crocetta, che si era già ricandidato, peraltro contro la volontà del partito. E qui Raciti è meno diplomatico: «Penso che i temi politici siano altri rispetto all’inchiesta. Il tema politico di come superare questa esperienza di governo ci sarebbe stato comunque. Siamo alla fine della legislatura ed è noto che il Pd da tempo si sta interrogando sulla proposta in vista della prossima legislatura».

Il punto è che il partito aveva previsto di gestire la corsa solitaria di Crocetta facendolo rientrare in un percorso che avrebbe dovuto passare dalle primarie. C’era anche una data fissata, il 3 luglio, ma ora il tempo stringe e nulla è stato fatto per le primarie. Non c’è stata nemmeno la convocazione della direzione regionale, che avrebbe dovuto fissare le regole e aprire la competizione ai partiti alleati.

E così, mentre fuori da Palazzo d’Orleans è un fuoco incrociato contro il presidente, nel Pd tacciono tutti. Crocetta ha confermato che non intende dimettersi, malgrado il pressing dei grillini e di Sinistra Italiana. Ma il riflesso politico di questa inchiesta è ancora del tutto decifrabile.

In casa Pd, a taccuini chiusi, i leader delle correnti mostrano imbarazzo per l’inchiesta e impazienza per il ritardo con cui la segreteria regionale sta affrontando il tema della ricandidatura del presidente. Il Pd si ritrova senza un candidato unitario per le Regionali del 5 novembre e con un presidente in carica finito nel vortice di una inchiesta e per di più autoricandidatosi. Una situazione esplosiva. Che potrebbe portare a un’accelerazione nella scelta di un candidato presidente senza passare dalle primarie.

Il silenzio del Pd sull’inchiesta potrebbe essere dettato dal fatto che nelle carte si fa anche il nome di un altro esponente dei dem, l’assessore alla Sanità Baldo Gucciardi. È lo stesso Morace a parlare di Gucciardi al telefono con Fazio: «Hai saputo di Gucciardi? Tre milioni e mezzo ai trasporti per le isole in due giorni. L’ho incontrato l’altro ieri. Ha approvato oggi la giunta tre milioni e mezzo di incremento di soldi per i trasporti marittimi. Guarda l’ho chiamato e gli ho detto «lei è immenso. Lei cioè in un anno che parlo con Pistorio, lei in due giorni, lei è un grande non ho parole. Con tre milioni e mezzo abbiamo risolto Ustica, Lampedusa, cioè questo ha risolto i problemi dei trasporti in due minuti».

E ieri Gucciardi è stato ascoltato in Procura a Palermo come testimone.

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