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Finanziaria bis, vertice all'Ars
Taglio agli oltre 1.100 emendamenti

Palazzo dei Normanni

PALERMO. Il conto si è fermato a oltre 1.100 emendamenti. E di fronte a questa valanga di proposte per erogare contributi a pioggia, stabilizzare precari e promuovere dirigenti l’Ars rischia di bloccarsi definitivamente. È già a un bivio il cammino della Finanziaria bis: potrebbe finire oggi su un binario morto o essere ridotta a pochi articoli per provare a puntare al traguardo.

La Finanziaria bis si chiama tecnicamente Collegato ed è la norma frutto degli articoli accantonati durante la votazione della prima manovra, due settimane fa. Sono state riversate sulla manovra bis le riforme dei Consorzi universitari e degli Ersu, la chiusura di Riscossione Sicilia, il finanziamento della fusione fra Cas e Anas, varie misure a favore di svariate categorie di precari, le promozioni dei dirigenti regionali e i prepensionamenti negli enti. Il testo è poi ricco di misure dal sapore elettorale.

Anche se prevede pure nuovi balzelli, come i 500 euro all’anno che dovranno pagare alla Regione tutti i gestori di lidi e stabilimenti balneari per essere semplicemente iscritti in un elenco di categoria. Ne sono venuti fuori ben 87 articoli che costituiscono il testo base. Solo su questi 87 articoli sono arrivati circa 750 emendamenti correttivi. In più ci sono altre 450 proposte che introducono articoli del tutto nuovi e che ovviamente prevedono un aumento della spesa.

Qualche esempio? Il Psi con Nino Oddo ha proposto di finanziare con 150 mila euro il Luglio musicale trapanese. Lo stesso Psi ha proposto di assegnare altri 31 milioni agli enti gestori dei corsi di formazione professionale tradizionale. E un altro emendamento di Oddo prevede di creare un Fondo di quiescenza per il personale delle Camere di Commercio. Dello stesso tenore gli emendamenti di quasi tutti i partiti.

Solo il Movimento 5 Stelle ha presentato decine di emendamenti soppressivi per cancellare gli articoli ritenuti più clientelari: anche se gli stessi grillini hanno chiesto di assicurare i fondi per il pagamento degli stipendi ai lavoratori delle Opere Pie (in alcuni casi senza busta paga anche da trenta mesi). Di fronte a questo assalto alla diligenza, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone sarà chiamato oggi a indicare una strada per andare avanti.

La Finanziaria bis è verosimilmente l’ultima legge della legislatura e una tale massa di norme da esaminare equivale a bloccare tutto il testo, tanto più che la maggioranza arriva oggi alla prova dell’aula dopo settimane di scontri sulle candidature alle elezioni del 5 novembre. Per questo motivo Ardizzone ha convocato la conferenza dei capigruppo per proporre di far decadere molti degli emendamenti che aggiungono norme rispetto alle 87 originali. Ardizzone proporrà anche di rendere autonomi alcuni articoli, come quelli su Cas e Riscossione Sicilia, per metterli al riparo dagli scossoni d’aula ed eventuali impugnative. Ma che il cammino della manovra sarà lungo lo si intuisce anche dal fatto che Ardizzone ha convocato per martedì prossimo un vertice con i sindacati per discutere di tutte le proposte in materia di personale: il presidente dell’Ars ritiene impossibile approvare la Finanziaria bis in una settimana.

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