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In migliaia in piazza per il Concertone del Primo maggio tra impegno e sicurezza

ROMA. Tra musica, impegno e sicurezza il tradizionale Concertone del Primo Maggio ha richiamato a San Giovanni a Roma, migliaia di ragazzi. Piazza piena, ma non stracolma, a metà pomeriggio, quando i big devono ancora esibirsi.

Gli organizzatori, quest’anno, preferiscono non lanciarsi nel tradizionale gioco al rialzo dei numeri. In tanti, comunque, non si sono lasciati scoraggiare dai controlli e dai metal detector.

A dare il via, alle 15.15, alla maratona di 9 ore è stata Camila Raznovich, conduttrice insieme a Clementino, nel segno del «non dimenticare».

«Non vogliamo dimenticare Portella della Ginestra, dove 70 anni fa 11 persone vennero uccise perché manifestavano per i propri diritti. Non vogliamo dimenticare le mondine, che tra le prime lottarono per un salario più equo e dignitoso; non vogliamo dimenticare i lavoratori delle fabbriche, che ottennero le 40 ore lavorative e il sabato di riposo; non vogliamo dimenticare i giovani che lottano perché il precariato non sia una condizione immutabile; non vogliamo dimenticare la luce accesa sul caporalato; non vogliamo dimenticare chi oggi è qui con il diritto di lottare e il dovere di fare di questo Paese un Paese migliore», ha gridato la conduttrice dal palco.

Dopo l’incipit, il via musicale al Concertone lo hanno dato gli Après la Classe e i giovani emergenti finalisti de 1MNEXT, il contest della manifestazione (Amarcord, Incomprensibile Fc - vincitori -, Doro Gjat). Uno dopo l’altro sono saliti sul palco Braschi, Geometra Mangoni, il libanese Ara Malikian, Rocco Hunt che ha presentato il suo nuovo singolo Kevvuò, l’Orchestra di Saltarello abruzzese, Mimmo Cavallaro.
Teresa De Sio ha ricordato i suoi amici Pino Daniele, Rino Zurzolo, Fausto Mesolella, scomparsi recentemente.

«Stanno festeggiando il Primo Maggio da lassù. E Pino sta facendo 'o scarrafone. Ma chi non si sente scarrafone oggi, che non si può essere tutti primi in classifica, che non c'è lavoro, non c'è occupazione...», ha detto dal palco l’artista napoletana.

Dopo Giovanni Guidi, è stata la volta di Marina Rei, orfana di Paolo Benvegnù, che ha dato forfait per motivi di salute. Ha rinunciato alla piazza anche Sfera Ebbasta. Hanno emozionato i Ladri di Carrozzelle, che si sono esibiti dopo Artù. La piazza ha ballato anche con Ex-Otago, Motta, Le luci della centrale elettrica, Bombino.

In serata, per il momento clou della manifestazione, sono saliti sul palco Lo Stato Sociale, Francesco Gabbani, Brunori sas, Ermal Meta, Edoardo Bennato, Maldestro, Fabrizio Moro, Samuel.

Con Francesco Gabbani la piazza si è scatenata sulle note di Occidentalìs Karma (il brano con cui ha vinto al Festival di Sanremo e che è in gara anche all’Eurovision Song Contest).

«Io parlo attraverso la mia musica - ha detto dal palco il cantautore toscano -. Logicamente qualcuno ci deve dare questo diritto al lavoro, ma noi ci dobbiamo mettere una cosa fondamentale: la voglia». Gabbani ha cantato anche Amen, con la quale nel 2016 si impose a Sanremo Giovani, e Tra le granite e le granate.

«E' un’emozione essere qui. E’ la mia prima volta, ma l’ho sempre visto da casa - ha detto Ermal Meta prima di salire sul palco - Quando mi hanno chiamato ho pensato che figata!».

Il Concerto di piazza San Giovanni è un’ulteriore conferma, dopo il terzo posto a Sanremo e il ruolo di giudice ad Amici, del suo momento magico. "E' un periodo che definirei bello, ma non strano. I risultati si raggiungono con fatica e ho sempre saputo che bisognava trottare parecchio per raggiungere determinati obiettivi. Io sono del partito della gavetta. Diciamo che questo è l’anno giusto».

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