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Maggioranza in crisi col voto segreto
Manovra ferma all'Ars: oggi si riparte

PALERMO. Affondata dai colpi di grillini e Forza Italia e non difesa dalla maggioranza, la Finanziaria dei 45 articoli anche ieri non ha mosso un passo. Il Parlamento si è arenato a metà del voto sull’articolo 1, quando sono stati bocciati col voto segreto due commi pesantissimi dal punto di vista politico.

Nei piani del governo ieri dovevano essere approvati almeno una quindicina di articoli per poter poi tentare un’accelerazione nel week end e arrivare al traguardo. Ma che tutto sarebbe andato in modo diverso è apparso subito chiaro: ci sono volute tre ore e mezza per approvare un piccolo comma che stanzia i primi 34 milioni a favore dei disabili.

E poi, nel primo pomeriggio, è cominciato lo stillicidio (per il governo) del voto segreto. Il primo, chiesto dai grillini, ha permesso all’opposizione di impallinare un comma dell’articolo 1 che avrebbe stanziato 600 mila euro per digitalizzare alcuni apparati dei Comuni: una norma cara all’assessore all’Economia, Alessandro Baccei.

Appena pochi minuti dopo il livello dell’attacco delle opposizioni è salito. I grillini hanno chiesto di nuovo il voto segreto su un emendamento che prevedeva la soppressione del comma che finanzia gli interventi speciali per Ortigia ed Agrigento. A ciascuna delle due città d’arte sarebbero andati 750 mila euro. E col voto segreto l’emendamento soppressivo è stato approvato, grazie anche all’assenza di molti deputati della maggioranza: assenze decisive che hanno determinato la mancata difesa della norma.

Sarebbe già stato sufficiente tutto questo per far arenare la manovra al primo chilometro. Ma il voto segreto è stato chiesto anche sul successivo emendamento che avrebbe stanziato un milione per Ragusa Ibla: anche in quel caso l’emendamento sarebbe passato se dalla votazione non fosse emerso che il Parlamento non era in numero legale. A quel punto la seduta è stata sospesa e poi non si è più riusciti ad approvare alcuna norma: ci si riproverà stamani.

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