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Compravendita di senatori, prescrizione per Berlusconi e Lavitola

ROMA. La seconda sezione della Corte di  Appello di Napoli ha dichiarato la prescrizione del reato di corruzione nei confronti di Silvio Berlusconi e Valter Lavitola  al termine del processo per la presunta compravendita dei  senatori. In primo grado entrambi erano stati condannati a tre anni.

La sentenza della seconda sezione della Corte d’Appello, presieduta da Patrizia Mirra, è stata emessa dopo tre ore e mezza di Camera di Consiglio.

I giudici hanno ritenuto pertanto sussistente l’ipotesi di corruzione che aveva portato alla condanna in primo grado. I legali di Berlusconi - avvocati Niccolò Ghedini e Michele Cerabona - avevano chiesto l’assoluzione sottolineando in particolare l’insindacabilità del voto dei parlamentari prevista dalla Costituzione e ritenendo non veritiere le dichiarazioni di accusa fatte dall’ex senatore Sergio De Gregorio.

Le indagini sulla vicenda furono avviate dai pm di Napoli Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli che sostennero l'accusa in primo grado.

Secondo la ricostruzione che fu poi condivisa dal tribunale, De Gregorio eletto nelle file dell’Italia dei valori avrebbe ricevuto ingenti somme di denaro, sotto forma di finanziamenti al suo movimento «Italiani nel Mondo», per cambiare schieramento e determinare la caduta del governo Prodi che si reggeva al Senato su una esigua maggioranza.

 

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