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Niente mobilità alla Regione, ma voi riuscireste a spostare un elefante?

Correva l’anno 2015, addì 2 ottobre. L’allora assessore regionale al Personale, Giovanni Pistorio, firmava una circolare con il via libera alle nuove regole per il trasferimento dei dipendenti da un ufficio all’altro.

L’evento fu salutato come una grande rivoluzione. In realtà non era nulla di rivoluzionario ma solo l’applicazione di norme nazionali che permettono allo Stato di spostare (entro una certa distanza chilometrica) i propri impiegati per evitare squilibri. Il fatto che riuscisse a farlo anche l’Elefante-Regione sembrava davvero una buona notizia, uno strumento atteso da tanto per far funzionare al meglio gli uffici. Ebbene, è passato un anno e mezzo e come le gride manzoniane (gli inutili provvedimenti dei governatori di Milano tra ‘500 e ‘600, durante la dominazione spagnola), la circolare si è dimostrata priva di effetto.

Contestata dai sindacati, interpretata, soggetta a verifica, rinviata a un tavolo di trattativa. Insomma, lettera morta. Apprendiamo quindi che nulla è cambiato per l’Elefante-Regione. I responsabili degli uffici sguarniti cercano personale e non riescono a trovarlo. Ci sono troppi dipendenti dove non servirebbero, ce ne sono pochi in molte sedi importanti ma disagiate. E la situazione è destinata a rimanere tale.

Un altro esempio? Negli uffici del Personale avevano provato a limitare il ricorso ai permessi della legge 104 che vengono utilizzati molto spesso il mercoledì (guarda caso, il giorno del rientro pomeridiano negli uffici). Ma il tentativo rischia di naufragare. Correva l’anno 2017, la Regione si avviava verso le elezioni. E la politica non trovava il coraggio di scalfire i privilegi. Il rinvio prevalse su tutto. E d’altronde - sembravano dire politici e assessori, allargando le braccia - voi riuscireste da soli a spostare un Elefante? Ai posteri, avrebbe concluso Manzoni, l’ardua sentenza.

 

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