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Cocaina e 'ndrangheta, 19 arresti: coinvolta la compagna di un boss catanese

REGGIO CALABRIA. La Guardia di finanza ha eseguito 19 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Reggio Calabria nei confronti di soggetti già sottoposti a fermo il 23 marzo scorso con l'accusa di fare parte di un'organizzazione di stampo 'ndranghetistico, dai marcati profili internazionali, capace di importare oltre tre quintali di cocaina dal Sud America.

Il sodalizio era composto da soggetti vicini ai Bellocco di Rosarno, Molè-Piromalli di Gioia Tauro, Avignone di Taurianova e Paviglianiti, attivi sul versante ionico reggino. Nel corso delle indagini, i finanzieri della Sezione Goa del Gico di Catanzaro, con il supporto del secondo Reparto del Comando generale e della Dcsa, hanno sequestrato, nel porto di Livorno, 300 kg di cocaina per un valore di 100 milioni di euro.

Dalle indagini denominate Gerry è emerso anche che i trafficanti ricevevano denaro contante da commercianti e professionisti che facevano affari con l'acquisto all'ingrosso della cocaina. Tra loro anche un pediatra. I provvedimenti sono stati eseguiti tra Calabria, Campania, Sicilia, Toscana, Piemonte e Lombardia.

Tra gli arrestati vi sono i fratelli Michele e Giuseppe Bellocco, coinvolti, secondo l'accusa, nell'importazione di centinaia di chili di cocaina dal Sudamerica, Rosario Arcuri, di 64 anni, di Rosarno, ritenuto un vero e proprio collettore specializzato nell'acquisto di cocaina per rifornire più famiglie criminali, in grado di tessere contatti utili per curare l'intero viaggio della droga, dal Paese produttore al porto di arrivo dove un équipe di "professionisti", guidati da Domenico Lentini, un calabrese da anni emigrato in Toscana, provvedeva sia al recupero direttamente dal container che alla successiva consegna ai "grossisti".

Nel porto di Livorno, i finanzieri, oltre ai 300 kg di cocaina hanno sequestrato 17 kg di codeina, ricostruendo, poi, un'ulteriore importazione di 57 chili di cocaina e numerosi altri tentativi di importazione non andati a buon fine.

Oltre alla cocaina gli indagati sono accusati anche della compravendita di importanti partite di marijuana, hashish ed eroina.

Rosario Arcuri, coadiuvato dal fratello e dal figlio, inoltre, secondo finanzieri e magistrati, nel corso degli anni aveva stretto solidi rapporti di collaborazione con una consorteria di narcos napoletani, che sarebbero stati capeggiati da Maria Rosaria Campagna, già nota alle forze dell'ordine, e compagna del boss di Catania Salvatore Cappello, attualmente detenuto in regime di carcere duro.

Calabresi e napoletani avevano creato così una fitta rete di rapporti "d'affari" che, in prima battuta, vedevano i partenopei al servizio dei calabresi per l'estrazione dello stupefacente dal porto di Napoli. Rapporti che, in seguito, si sarebbero arricchiti con la compravendita di eroina e marijuana cedute dai fornitori calabresi ai clienti napoletani.

L'inchiesta ha consentito di identificare complessivamente 32 soggetti, 19 dei quali colpiti da ordinanza di custodia, ognuno con un ruolo ben preciso: dai finanziatori ai mediatori, a coloro che avevano il compito di ospitare gli emissari dei narcos colombiani, più volte giunti in Italia.

Nel corso dell'indagine si è sviluppato uno stretto coordinamento con la Direzione distrettuale antimafia di Firenze.

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