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Regionali, meno restrizioni sulla "104"
La Sicilia si adegua a norma nazionale

Luciana Giammanco, dirigente generale della funzione pubblica

PALERMO. Alla Regione tornano ad allargarsi le maglie per usufruire dei permessi con la 104, legge che consente di assentarsi dal lavoro per assistere un parente in difficoltà. I dipendenti potranno chiedere tre giorni al mese indipendentemente dal numero di ore previste in quelle giornate. Prima invece bisognava rispettare sempre e comunque il limite delle 18 ore di assenza al mese.

Per fare un esempio: prima il mercoledì, che è giornata di rientro e prevede 10 ore di lavoro e non le tradizionali 6 ore e mezza, valeva praticamente doppio, per cui assentandosi il mercoledì si poteva prendere solo un altro giorno di assenza con la 104. Adesso usufruendo dei 3 giorni di permesso il mercoledì sarà considerata una sola giornata di permesso.

È un orientamento applicato anche a livello nazionale che però in Sicilia era stato interpretato in maniera restrittiva, probabilmente perchè si sono verificate molte assenze proprio nei giorni di rientro. Nell’Isola una circolare della dirigente generale Luciana Giammanco aveva stabilito nei mesi scorsi che gli impiegati potevano assentarsi e ricevere ugualmente la retribuzione per 2 ore al giorno o al massimo per 3 giorni al mese ma rispettando sempre il tetto delle 18 ore mensili. Questa interpretazione secondo la Giammanco è frutto di una serie di norme regionali che rendono differente la fruizione dei permessi in Sicilia rispetto al resto d’Italia.

Secondo la dirigente generale Luciana Giammanco "è la legge regionale a essere diversa. Lo hanno ribadito pure dalla Funzione pubblica nazionale che ci ha spiegato che bisogna adeguarsi dal punto di vista normativo. Non è un problema di interpretazione ma di rispetto di quello che dice la legge in Sicilia”. Dunque al momento i permessi vengono concessi ancora nel limite delle 18 ore mensili. La Giammanco aveva chiesto un parere all'Ufficio legale della Regione che a sua volta aveva risposto che la materia andava affrontata all'Aran. Una serie di rinvii che al momento mantiene nell'Isola una interpretazione più rigida della norma sulla 104 rispetto agli uffici statali.

Non è così per i Cobas-Codir che avevano chiesto un parere all’Aran, l’agenzia che si occupa della contrattazione coi sindacati per la Regione. Secondo il commissario Claudio Alongi, “la questione interpretativa della norma si attesta alla competenza dell'Ufficio legislativo e legale della Regione siciliana, cui pertanto dovrà essere rivolto il medesimo quesito”. Dunque per chiarire la corretta applicazione della normativa nell’Isola servirà un altro parere.

Ma secondo Alongi “si osserva in ogni caso che la predetta norma di legge si riferisce ai casi in cui "la legge, i regolamenti, il contratto collettivo o gli accordi sindacali prevedano una fruizione alternativa in ore o in giorni" e pertanto ad avviso della scrivente Aran Sicilia nel caso dei permessi in questione il contratto non prevede un'alternativa in senso stretto, ciò in quanto, come sopra ricordato, la legge 104, che riconosce detti permessi, attribuisce il diritto a 'tre giorni', senza stabilire una durata in ore”. Dunque si potranno chiedere tre giorni di permessi indipendentemente dal numero di ore lavorative saltate. Questo almeno fino al prossimo parere contrario.

Al 31 dicembre 2016 sono circa 2.500 i beneficiari della 104 che hanno dimostrato di avere casi più gravi (nel 2015 erano 2.800) su poco meno di 15 mila dipendenti, mentre non si conosce ancora il numero di quanti hanno la 104 per casi più lievi (ad esempio per assistere il genitore del coniuge).

In media quasi un regionale su 6 ha la 104. La media degli statali, secondo gli ultimi dati forniti dalla Funzione pubblica nel 2015, è di uno ogni dieci. Per quanto riguarda invece i giorni di permesso richiesti, al 31 dicembre 2015 alla Regione siciliana sono stati in tutto poco più di 57 mila contro i 52 mila del 2013, con un aumento del 10 per cento nell’arco di due anni.

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