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Harry: "Per 20 anni ho rimosso la morte di Diana, poi ho chiesto aiuto"

LONDRA. Prima la rimozione, per quasi 20 anni, della morte della madre Lady Diana, poi la terapia. Le confessioni del principe Harry trovano spazio in un'intervista esclusiva a The Telegraph dove il nipote della regina Elisabetta II ha rivelato di avere sfiorato più volte l'esaurimento nervoso.

Harry, che oggi ha 32 anni, ha raccontato al giornale che la perdita della madre all'età di 12 e "l'avere messo sotto chiave le emozioni negli ultimi 20 anni ha avuto un effetto molto devastante" non solo sulla sua "vita personale, ma anche sul lavoro" e di "essere stato quasi vicino ad un crollo nervoso in varie occasioni".

Un lungo e doloroso processo di rimozione che si è concluso grazie all'aiuto di psicoterapeuti. "Il mio modo di affrontare quel dolore era nascondere la testa nella sabbia, evitando di pensare a lei, ma perché questo avrebbe dovuto aiutarmi? Mi faceva solo sentire triste e non la riportava in vita", ha aggiunto.

In quel periodo il principe si dedicò anima e corpo ai suoi obblighi nella carriera militare, ma spesse volte venne anche immortalato dai paparazzi in comportamenti poco consoni alla sua regalità, come le avventure goliardiche a Las Vegas, che riempirono i rotocalchi del mondo intero.

Il quinto in successione al trono britannico ha poi rivelato di essere anche stato sul punto di "prendere a pugni qualcuno" e dopo "due anni di caos totale", verso i 28 anni, si è finalmente convinto a chiedere aiuto. Insieme al fratello maggiore William, e alla cognata Kate, Harry è impegnato nella campagna Heads Together per sensibilizzare l'opinione pubblica britannica sul tema della salute mentale.

Harry ha lavorato a lungo con i reduci di guerra, feriti o malati, e ha organizzato anche una competizione sportiva internazionale coinvolgendoli direttamente. Mantenendo un aplomb tipicamente britannico, e soprattutto per evitare i pettegolezzi della stampa scandalistica, Harry ha sempre evitato di parlare della madre e soprattutto di quanto accadde in quella tragica notte del 31 agosto di venti anni fa quando Lady D. perse la vita in un incidente d'auto a Parigi, in compagnia del suo compagno Dodi al Fayed.

Circa un anno fa Filippo d'Edimburgo, consorte della sovrana, in una lettera scritta alla nipote Margarita di Baden pochi giorni dopo la tragica fine di Lady Diana confessò che la settimana dopo la morte della nuora fu "un incubo" per Elisabetta. Nella missiva Filippo rivelò il "dolore" che provò nel leggere le critiche dei giornali sull'apparente freddezza con cui la famiglia reale affrontò la scomparsa di Diana. Una vicenda ben raccontata nel film The Queen.

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