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E' morto Fausto Mesolella, storico chitarrista degli Avion Travel

ROMA. Una vita in musica, quella di Fausto Mesolella.

Chitarrista, compositore, componente storico della Piccola Orchestra Avion Travel guidata da Peppe Servillo con cui vinse a Sanremo nel 2000, è morto a Caserta.

Un malore lo ha stroncato all’improvviso a 64 anni, la maggior parte dei quali passati con l’inseparabile chitarra, presa in mano per la prima volta a 12 anni, come racconta la sua biografia. Oltre cinquant'anni di amore incondizionato.

E ricambiato.

Diversi i gruppi in cui ha militato fin dall’adolescenza, dai Condor ai Coronilla Varia (scioltisi però dopo solo la seconda prova per litigi tra i componenti della band), passando per La Prima Pagina, per l’orchestra di Augusto Martelli nella prima metà degli anni Settanta e per il trio I Mediterranea. Ma il gruppo al quale rimarrà sempre e indissolubilmente legato è quello degli Avion Travel in cui è entrato all’inizio del 1986. Tanti i riconoscimenti che hanno ottenuto dalla critica, anche il grande pubblico ha saputo comunque apprezzarli e regalargli la vittoria a Sanremo grazie a «Sentimento».

Ma Mesolella non è mai stato solo un musicista.

Eclettico, potrebbe essere l’aggettivo che più lo identificava. Del resto, la musica per lui era un concetto che spaziava a 360 gradi. Si è dedicato, quindi, anche alla produzione di dischi di altri colleghi: il cantautore napoletano Alessio Bonomo, Giorgio Conte e Nada si sono affidati a lui all’inizio degli anni Duemila. Le collaborazioni sono state sempre fonte di stimoli per Mesolella: senza mai abbandonare gli Avion Travel, nel tempo ha trovato spazio per tanti progetti collaterali. Ha scritto, tra i tanti, per Andrea Bocelli, Gian Maria Testa, Fiorella Mannoia, Tricarico, Maria Nazionale; ha lavorato con Samuele Bersani e Alessandro Mannarino, suonato con Gianna Nannini, duettato con Raiz, voce storica degli Almamegretta con cui ha vinto la Targa Tenco nel 2014 per gli album dialettali, è stato produttore artistico per i suoi Avion Travel e autore di colonne sonore per cinema e teatro (quella per il film «Lascia perdere Johnny!», con la regia di Fabrizio Bentivoglio, ispirato ad alcuni episodi della sua vita di musicista, gli valse il premio Morricone come miglior compositore all’Italia film festival di Roma. Ma sono molti i premi ricevuti).

Tra i mille progetti, ha trovato anche il tempo - nel 2012 - per un album da chitarrista solista ("Suonerò Fino a Farti Fiorire").

La notizia della sua morte ha colto tutti di sorpresa.

«Ciao @faustomesolella Sono allucinato. Com'è possibile?!? Ci incontreremo sicuramente nell’altra dimensione», scrive sui social Red Ronnie, il primo a rilanciare la notizia. Peppe Servillo si chiude nel silenzio:

«Non posso parlare», taglia corto al telefono.

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