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Gattopardo al top con la Sicilia che cambia

Mario Fortini

PALERMO. Ha messo via la Sicilia dell’ovvio per tirare fuori quella che spesso si finisce per non vedere, una sterzata che ha cambiato la narrazione dell’Isola.

E lo ha fatto con parole e immagini nuove, cercando di tenersi lontano dal già visto e dal già detto.

Per questo i lettori hanno premiato il magazine «Gattopardo», abbinato al Giornale di Sicilia e alla Gazzetta del Sud, decretandone un costante successo di vendite. Una narrazione un po’ ribelle, o meglio, che si ribella ai cliché per scovare e attirare il lettore. Il magazine, fin dalla sua nascita, ha intercettato il cambiamento, come spiega nel numero in edicola l’editoriale del direttore responsabile, Mario Fortini: «Lanciamo un messaggio che cambia il modo di leggere la Sicilia e i siciliani: non c’è solo il negativo per il quale sono stati spesi fiumi d’in - chiostro, ma anche tanto di positivo nei differenti campi, dal punto di vista politico, sociale ed economico, che non si deve aver paura di portare a galla». E spiega: «Non ci occupiamo direttamente di turismo ma di luoghi e di personaggi con le loro storie piccole e grandi da raccontare». Dalle coverstory del magazine sono passati siciliani del fare, gente d’azione. Qualche nome in disordine alfabetico e cronologico: Emma Dante, Ugo Parodi Giusino, Giovanni Sollima, Giuseppe Tornatore, Pif, Luca Zingaretti, Bernardo Tortorici e, in questo numero, Mimmo Cuticchio.

«Proviamo ad allontanare i siciliani dal loro provincialismo, quello che dà tutto per scontato, un approccio sbagliato di cui gli stessi siciliani non sempre sono consapevoli».

Il primo numero del 2017, in edicola, si presenta con una nuova veste grafica:

«Un rinnovamento che spero renderà più piacevole e agevole la lettura. Cambiare un giornale, soprattutto quando sta raccogliendo consensi e si avvicina a sempre più lettori, non è una cosa semplice». Sfilano, pagina dopo pagina, le storie di Cuticchio, di Salvatore Sciarrino e, per restare tra le note, di Alessandro Librio, si guarda avanti con il racconto della Costa sud di Palermo, quella da far rinascere, si arriva alle sfide dell’architettura, della moda, della cucina e della vigna, senza dimenticare un compleanno che va celebrato con i dovuti crismi: quello del Teatro Massimo, a 120 anni dall’apertura e a 20 dalla riapertura, una rinascita più sospirata della stessa nascita.

Ancora Fortini:

«Io credo fermamente nel cambiamento. Oggi è più che mai necessario spostare il nostro sguardo un passo più avanti perché è il ritmo stesso delle nostre vite a imporcelo. Tutto cambia davanti ai nostri occhi in continuazione, gli scenari e gli stili di vita attorno a noi mutano con una velocità a volte frenetica, con accelerazioni un tempo impensabili, e rischiamo di perdere il contatto con il presente: un peccato capitale per chi vuole dare conto degli avvenimenti dell’oggi e saper leggere magari anche nelle pieghe del nostro prossimo futuro».

Una piccola acrobazia giornalistica niente male, quella di «Gattopardo».

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