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Twitter pensa ad una versione a pagamento per aziende e media

ROMA. Twitter in cerca di ricavi.

A 11 anni dal suo lancio potrebbe introdurre una versione a pagamento per alcuni utenti attraverso il suo servizio TweetDeck.

E' un’applicazione di proprietà del microblog destinata a media, aziende, pubblicità e altri utenti che hanno necessità di monitorare e organizzare il flusso ininterrotto dell’informazione.

Al momento questo servizio è gratis.

«Sono scettico, la sfida sarà studiare delle funzioni talmente avanzate e utili da spingere gli utenti a pagare», spiega Vincenzo Cosenza, esperto di social media.

TweetDeck, l’applicazione che dovrebbe diventare a pagamento, è stata acquistata da Twitter nel 2011.

Permette di visualizzare tutte le notizie pubblicate dai propri contatti con la possibilità di organizzare in schede gli aggiornamenti di stato, le menzioni, i messaggi diretti.

L’ipotesi, dunque, sarebbe quella di far pagare un canone agli utenti che la usano per avere un maggior numero di informazioni e servizi personalizzati legati ai tweet.

Questi utenti sono aziende, media, inserzionisti pubblicitari.

La notizia, riportata dal sito The Verge, si è diffusa dopo che sulla piattaforma sono apparse le immagini di un test sull'opzione premium che Twitter starebbe effettuando con alcuni utenti.

«Stiamo portando avanti questo sondaggio per valutare l'interesse per una versione più avanzata di TweetDeck e per renderlo ancora più prezioso per i professionisti - ha spiegato la società -. Conduciamo regolarmente ricerche di questo tipo per raccogliere le risposte degli utenti e per informare sulle intenzioni di investimento sul prodotto».

«A me sembra difficile convincere gli utenti a pagare, anche poco, per un servizio che nasce come gratuito - osserva Vincenzo Cosenza -. La sfida sarà studiare delle funzioni talmente avanzate e utili da spingere gli utenti a farlo. Potrebbero essere funzioni di monitoraggio più granulare, visualizzazione delle demografiche e degli interessi degli utenti. Il problema è che queste funzioni Twitter già le offre, a pagamento, ai fornitori di software di monitoraggio. Sono scettico, non sarà facile trovare il giusto compromesso di offerta 'consumer' e 'business'».

Proprio pochi giorni fa Twitter ha festeggiato i suoi 11 anni di vita.

La società fu lanciata nel marzo 2006, il primo cinguettio risale al 21 marzo di quell'anno e fu postato da Jack Dorsey, uno dei fondatori e attualmente il numero 1 della società.

A distanza di tanto tempo il microblog dei cinguettii resta però un fenomeno culturale, con ricavi e utenti al palo. Dal 2007 non è mai riuscito a chiudere un bilancio in utile. Nell’ultima trimestrale i ricavi sono saliti di appena l’1% e gli utenti sono cresciuti di due milioni, ora sono a quota 319 milioni. Solo per fare un esempio, Facebook viaggia sui due miliardi di utenti attivi mensilmente. Pochi mesi fa, infine, è sfumata la trattativa con Salesforce, la società californiana di cloud computing. Nessun pretendente si è più fatto avanti.

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