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Egitto, Mubarak torna libero: la procura ordina la sua scarcerazione

IL CAIRO. L'odissea giudiziaria con cui l'Egitto ha 'punito' il suo anziano ex presidente sta per concludersi definitivamente: dopo l'assoluzione in cassazione nell'ultimo processo a suo carico, Hosni Mubarak può lasciare l'ospedale militare del Cairo dove è stato agli arresti per quasi tutti i sei anni della sua detenzione e, nelle prossime ore o al massimo mercoledì, dovrebbe tornare a casa, in una delle sue residenze.

La procura generale ha oggi ordinato il rilascio dell'88enne Mubarak, deposto nel 2011 dalla primavera araba e perseguito in giudizio fino al 2 marzo scorso con varie accuse tra cui quella di avere responsabilità nella morte di centinaia di manifestanti durante la rivoluzione di sei anni fa. La procura ha infatti accolto una richiesta presentata dall'avvocato dell'ex rais, Farid El Dib, secondo il quale andava tenuta in considerazione la detenzione preventiva scontata da Mubarak per altre accuse, quelle relative alla malversazione di fondi.

Lo stesso legale prevede che Mubarak lasci l'ospedale di Maadi, un quartiere residenziale nella periferia sud-est del Cairo, tra martedì e mercoledì: andrà a vivere nella sua vecchia residenza a Heliopolis, sempre al Cairo, dove abita la moglie Susanne. El Dib ha detto che l'uscita è attualmente ritardata da "motivi di salute".

Mubarak, che ha guidato l'Egitto per quasi tre decenni, dieci giorni fa era stato assolto dall'accusa di aver ordinato la repressione dei moti di piazza del gennaio-febbraio 2011: nei 18 giorni della rivoluzione egiziana morirono più di 800 manifestanti (o "quasi 900" secondo altre stime).

In questo processo, il più disonorevole e grave dei quattro in cui è stato imputato, il rais (che in arabo vuol dire anche "presidente") nel 2012 era stato condannato in primo grado all'ergastolo per complicità nell'uccisione di 239 manifestanti. Poi la corte d'appello aveva annullato la sentenza e ordinato un nuovo procedimento conclusosi con un'assoluzione nel novembre 2014.

Ad aprire la porta ad un terzo processo era stato un ricorso presentato dalla procura e accolto in giugno. La pletora di condanne e archiviazioni generate da altri tre filoni giudiziari (malversazione di fondi di palazzi presidenziali, vendita di gas a Israele, corruzione con ville a Sharm, senza contare l'inchiesta sui regali ricevuti da una società editoriale) ha smorzato negli ultimi tempi in Egitto l'interesse per l'ex-rais. E la notizia del suo rilascio non ha finora suscitato reazioni particolari.

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