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Al polo Nord si mangia più pasta: registrati i primi casi di obesità

ROMA. Come un virus che lentamente si avvia a coprire tutto il pianeta, l'obesità è arrivata fino al polo Nord.

Lo riporta il sito Siberian Times, secondo cui ci sono i primi casi nei gruppi etnici che vivono nella regione dello Yamalo-Nenets, dovuti all'arrivo di prodotti occidentali come la pasta o i noodles.

Il consumo di carne di cervo e di pesce, gli alimenti più tipici, si è dimezzato, spiega Andrey Lobanov, un esperto locale, in favore di cibi industriali sempre più disponibili e più facili da consumare da parte delle popolazioni locali, dedite prevalentemente alla pastorizia.

«Non era mai successo prima che persone di piccole tribù locali soffrissero di obesità - spiega Lobanov -. È un paradosso moderno, non era mai stata notata neanche una predisposizione all'obesità».

Il problema, sottolinea l'esperto, è che i carboidrati non contengono i microelementi necessari a sopravvivere nelle condizioni dell'Artico.

A determinare il cambiamento è stato anche il fatto che mentre prima i pastori vivevano vendendo pesce e carne di renna, ora il principale introito viene dalla vendita, molto remunerativa, delle corna delle renne, che porta a una maggiore disponibilità di denaro.

«È cambiato anche l'andamento della dieta, con i periodi in cui non vengono mangiati i cibi tradizionali che sono diventati più lunghi. Anche le distanze coperte dai pastori con gli animali si sono dimezzate, con i percorsi che sono più circolari intorno a punti di passaggio e insediamenti industriali».

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