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Consip, arrestato per corruzione l'imprenditore Alfredo Romeo

Alfredo Romeo in una immagine d'archivio Ansa

ROMA. L'imprenditore campano Alfredo Romeo è stato arrestato questa mattina dai carabinieri e dalla guardia di Finanza in relazione ad un episodio di corruzione nell'ambito dell' inchiesta Consip.

Nei confronti di Romeo il gip del tribunale di Roma ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il provvedimento è stato eseguito dal comando Carabinieri tutela ambiente, dai militari dell'Arma di Napoli e dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Napoli.

Nei confronti di Alfredo Romeo, secondo quando si apprende da fonti qualificate, è stato anche disposto il sequestro patrimoniale di 100 mila euro: secondo gli investigatori di Carabinieri e Guardia di Finanza e gli inquirenti della procura di Roma, si tratta del provento della corruzione di un dirigente della Consip.

«Questa vicenda dimostra come l'Autorità Anticorruzione di Cantone non funzioni, non sia efficace: basta con magistrati dappertutto, che circondano la Pubblica amministrazione». Lo afferma il leader di Energie per l'Italia, Stefano Parisi, commentando a caldo, su Ominibus de La7, l'arresto di Alfredo Romeo, in seguito allo scandalo Consip.

«Purtroppo ormai - osserva - tutti i controlli vengono fatti da giuristi, manca un esame reale economico sulla congruità di queste gare. Servono procedure chiare per evitare la corruzione, non solo controlli sulla correttezza dei timbri da mettere».

L'inchiesta che ha portato oggi all'arresto dell'imprenditore Romeo è scaturita da un'indagine che era stata avviata nei mesi scorsi dalla Procura di Napoli per presunte irregolarità nelle assegnazioni di alcuni appalti.

Un'indagine condotta dai pm della Dda, John Woodcock e Celeste Carrano: il fatto che il procedimento sia condotto dai magistrati dell'Antimafia è motivato dal presunto collegamento ai clan di alcuni dipendenti della ditta di pulizia, che fa capo al gruppo Romeo, che ottenne l'appalto per svolgere tale servizio all'ospedale Cardarelli di Napoli.

Dagli accertamenti svolti dai magistrati emerse un presunto sistema di tangenti in riferimento sia all'appalto nell'ospedale Cardarelli che per altri lavori pubblici a Napoli. Gli sviluppi più importanti dell'indagine sono collegati alle intercettazioni telefoniche ed ambientali ed altre attività, come sequestri e perquisizioni (a Roma furono trovati in una discarica dei pizzini sui quali secondo l'accusa Romeo avrebbe annotato importo e destinatari delle mazzette) che hanno portato all'apertura del filone sugli appalti della Consip, la centrale di spesa della pubblica amministrazione.

Ciò ha comportato una trasmissione, per competenza territoriale, di buona parte degli atti, alla Procura di Roma che sta operando in stretto contatto con i colleghi della Procura partenopea.

PERQUISIZIONI IN CASA DI ITALO BOCCHINO. I carabinieri e la Guardia di Finanza stanno eseguendo una serie di perquisizioni nei confronti dell'ex parlamentare di An e del Pdl Italo Bocchino, coinvolto nell'inchiesta Consip. Secondo quanto si apprende, le perquisizioni sono scattate anche nei confronti di un faccendiere toscano, anche lui finito nell'indagine della procura di Roma.

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