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Droga allo Zen, i pusher: "Troppi sbirri, si sono fissati con noi"

PALERMO. I controlli dei carabinieri e della polizia non facevano dormire sonni tranquilli agli spacciatori di droga dello Zen, arrestati ieri nell’operazione Teseo. "Ma poi sti figghi i pulla viennu sempre! E hanno a truvari sempri cuosi – dice uno degli indagati nelle intercettazioni dei carabinieri - Picchi iddi un truvassuru mai niente... iddi cca un vinissiru chiù! Siccome vienunu sempri a colpo sicuro e chiddi viennu siempri!”.

Secondo qualcuno, quella degli “sbirri” era diventata una fissazione: “Che vuoi fare, su tutte le piazze (si riferisce alle piazze di spaccio cittadine, ndr), si sono fissati con noialtri! Tutte le piazze solo noialtri ci stiamo sopra la minchia! Mancu si ni puirtassimu miliuna!”.

Non c’è più un posto sicuro per nascondere lo stupefacente.  “La lambretta di tuo suocero ... comunque l’hanno messa sotto sopra, la prendevano, l’alzavano, la prendevano, l’alzavano... sono andati a finire dove per ora ho le cose io, quello che murritiava (ispezionava, ndr) nei catenacci... dissi: mi', stanotte il danno è … se ne vanno gli sbirri... ci dissi: "Moceo, io mi sto andando a levare le mie cose (le dosi di sostanza stupefacente occultate, ndr) da là e me li metto da un altra parte".

“Ogni volta trovano sempre i cuosi... sempri i cuoisi! (si riferisce al rinvenimento da parte dei carabinieri delle dosi di droga occultate, ndr)... u canciellu finiul”, dice uno degli arrestati. “Era sgamato là, Massimo!”, gli risponde un altro.

Antonino Mazza, presunto membro del triunvirato che gestiva lo spaccio, rincara la dose: “Sì, ma lo so, ma tutti giorni qua non ci siddiò?! Ma neanche che dovrebbe campare qualche venti famiglie!”. “Solo in questa piazza (si riferisce alla piazza di spaccio, ndr) si vengono a impostare!”, gli fa eco Massimiliano Zarcone.

Poi ci sono anche i problemi organizzativi e familiari. Il figlio di Antonino Mazza, Gabriele, vuole rientrare nel giro. “Allora levate a qualcuno ed io lavoro (si riferisce all'attività di spaccio, ndr) di nuovo!”, dice. “Ma ca travagghiari?! ('ma che devi lavorare?!', ndr). Va cercati un travagghiu!” gli risponde un altro indagato.

“Ma con chi stai parlando?! (intende 'ma con chi credi di parlare?!', ndr) Ma tu sei convinto! Ma ti pare che – dice il ragazzo - tu e mio padre comandate a me?! Va ciercati e va ciercati! Non babbiare (scherzare, ndr)! Forse non l’avete capito! Non l’hai capito proprio! Mi dicesti una cosa la settimana passata: lunedi attacchi tu". E suo padre: “E tua madre?! Tuo suocero (Massimiliano Zarcone, ndr)?! E tua suocera? Non vogliono! E tua moglie la prima!”.

Ma Gabriele Mazza non vuole sentire ragioni. “Io a travagghiari! Non m'interessa – dice - Oh, se non avete testa di farmi entrare di nuovo (intende nell'associazione dedita allo spaccio di stupefacenti, ndr), io prendo e me ne vado da un'altra parte! Io vi avviso prima!”. Allora il padre gli ricorda: ”Tuo suocero non vuole! Quando ti hanno arrestato, tua moglie faceva la pazza!”.

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