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Conchiglie, test dimostra: sono in grado di bloccare il dolore

ROMA. Dalle conchiglie del mare e i molluschi che le abitano può arrivare un'alternativa ai farmaci oppioidi per trattare il dolore: questi animali custodiscono infatti un composto in grado di bloccare il dolore, come hanno dimostrato i test condotti sui topi dai ricercatori dell'Università dello Utah.

I risultati sono pubblicati sulla rivista dell'Accademia nazionale di scienze americana (Pnas).

Si tratta del conus regius, una piccola lumaca di mare del Mar dei Caraibi, che vive in una conchiglia a forma di cono, il cui veleno è in grado di paralizzare e uccidere le sue prede.

E proprio nel suo veleno i ricercatori hanno identificato un composto, Rg1A, che agisce sul dolore, ma in modo diverso dagli oppioidi.

Dà sollievo in quattro ore, ma la sua azione dura a lungo, fino a 72 ore dopo l'iniezione, prevenendo il dolore.

Il che fa pensare che abbia un effetto rivitalizzante sul sistema nervoso.

«È molto interessante sotto l'aspetto della prevenzione - aggiunge Micheal McIntosh, uno dei ricercatori -. Una volta che il dolore diventa cronico infatti, è difficile da trattare. Questo composto offre un potenziale modo nuovo di prevenirlo, e la possibilità di una nuova terapia». Per verificare che il composto funzioni anche sull'uomo, i ricercatori hanno realizzato 20 forme analoghe in modo sintetico, trovandone una che si lega ai recettori umani. Dopo l'hanno data ai topi, cui era stato somministrato un farmaco chemioterapico che rende molto sensibili al freddo e al tatto.

«Contatti che normalmente non sono dolorosi, come un lenzuolo poggiato sul corpo o una calza sulla gamba, diventano dolorosi», continua McIntosh. Si è così visto che i topi non trattati con il composto hanno provato dolore dopo aver preso il farmaco chemioterapico, mentre gli altri, che avevano avuto il composto, no.

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