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Migranti, appello di papa Francesco: "Bisogna proteggerli con le leggi, è un imperativo morale"

CITTA' DEL VATICANO. Aprire "canali umanitari accessibili e sicuri" per quanti fuggono da guerre e persecuzioni, spesso nelle mani di "organizzazioni criminali senza scrupoli". Lo chiede il Papa, per combattere "l'indole del rifiuto" verso i migranti. L'accoglienza responsabile "comincia dalla loro prima sistemazione in spazi adeguati e decorosi", i grandi assembramenti "non hanno dato risultati positivi, generando piuttosto nuove situazioni di vulnerabilità e di disagio". Meglio i "programmi di accoglienza diffusa".

Proteggere i migranti, ricorda il Papa "è un imperativo morale da tradurre" in "strumenti giuridici, internazionali e nazionali, chiari e pertinenti", in "scelte politiche giuste e lungimiranti", in "processi costruttivi, forse più lenti, ai ritorni di consenso nell'immediato", con "programmi tempestivi e umanizzanti nella lotta contro i 'trafficanti di carne umana' che lucrano sulle sventure altrui", con "gli sforzi di tutti gli attori", tra i quali, potete starne certi, ci sarà sempre la Chiesa.

Il Papa incoraggia per i migranti "gli sforzi che portano all'attuazione di programmi di cooperazione internazionale svincolati da interessi di parte e di sviluppo transnazionale in cui i migranti sono coinvolti come protagonisti". Proteggere i migranti, ricorda, "non basta, occorre promuovere lo sviluppo umano integrale di migranti, profughi e rifugiati".

Lo sviluppo, "è un diritto innegabile di ogni essere umano. Come tale, deve essere garantito assicurandone le condizioni necessarie per l'esercizio, tanto nella sfera individuale quanto in quella sociale, dando a tutti un equo accesso ai beni fondamentali e offrendo possibilità di scelta e di crescita". Per questo serve una "azione coordinata e previdente di tutte le forze in gioco: dalla comunità politica alla società civile, dalle organizzazioni internazionali alle istituzioni religiose".

Il Papa ribadisce la richiesta di "politiche atte a favorire e privilegiare i ricongiungimenti familiari" dei migranti. L'integrazione dei migranti, afferma, "non è né assimilazione né incorporazione, è un processo bidirezionale", implica il "mutuo riconoscimento della ricchezza culturale dell'altro: non è appiattimento di una cultura sull'altra, e nemmeno isolamento reciproco, con il rischio di nefaste quanto pericolose 'ghettizzazioni'". Il Papa lo ha detto nella udienza al Forum sulle migrazioni in un ampio discorso seguito a tre testimonianze di migranti.

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