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Omicidio del fratello di Kim, salgono a 4 i fermati: arrestato un altro uomo

PECHINO. La polizia malese ha arrestato un uomo in possesso di un passaporto nordcoreano nell'ambito delle indagini sulla morte di Kim Jong-nam, fratellastro maggiore del leader di Pyongyang Kim Jong-un, assassinato lunedì mattina all'aeroporto internazionale di Kuala Lumpur.

Si tratta della quarta persona a essere fermata per il sospetto coinvolgimento dopo le due donne, una vietnamita e una indonesiana, e il fidanzato di quest'ultima. La polizia, in un breve comunicato, ha reso noto che l'uomo è stato rintracciato a Selangor, vicino a Kuala Lumpur, ed era in possesso di un documento d'identità su cui compariva il nome Ri Jong-chol, nato il 6 maggio del 1970.

Gli inquirenti hanno confermato le anticipazioni del China Press, quotidiano locale in lingua cinese, sull'arresto di un cittadino nordcoreano avvenuto ieri sera. La polizia ha anche spiegato che è stata eseguita una seconda autopsia sul corpo di Kim Jong-nam negli sforzi per capire le cause del decesso, cosa non riuscita nel primo tentativo.

Una mossa che ha provocato la dura reazione dell'ambasciatore nordcoreano Kang Chol: «Rigetteremo in modo categorico l'esito dell'autopsia condotta unilateralmente senza la nostra presenza», ha scandito il diplomatico leggendo una dichiarazione in piena notte, denunciando «un complotto politico» e di «forze ostili». E accusando la Malaysia di aver «violato le elementari leggi internazionali e le leggi consolari» negando la presenza di rappresentanti nordcoreani all'autopsia.

Potrebbero essere ben più di 4 gli uomini coinvolti nell'omicidio di Kim Jong-nam, fratellastro del leader nordcoreano Kim Jong-un, avvelenato all'aeroporto di Kuala Lumpur: è una delle ipotesi all'esame della polizia malese. Finora, per tre soggetti, sospettati di un coinvolgimento a vario titolo, è scattato l'arresto: si tratta di due donne, Doan Thi Huong (con passaporto vietnamita) e Siti Aishah (cittadina indonesiana), e di un uomo che è il fidanzato di quest'ultima.

Il quotidiano malese China Press ha riportato oggi che la donna indonesiana ha riferito alla polizia che alcuni uomini le avevano chiesto «di fare da figurante in un video scherzoso».

È una versione simile a quella data dalla donna vietnamita. Secondo altri media locali, dall'esame delle immagini riprese dalle telecamere di sicurezza sono emerse quelle di un gruppo che domenica scorsa sembra «riprovare» l'attacco messo poi in atto il giorno successivo: due donne e quattro uomini che si spruzzano del liquido l'un l'altro. Una mossa, secondo la polizia, per testare i livelli di sicurezza.

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