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Il governo presenta 50 emendamenti, all'Ars la Finanziaria va a passo di lumaca

PALERMO. C’è un altro colpo di scena che complica il già tortuoso cammino della Finanziaria all’Ars. Il governo ha fatto arrivare in commissione Bilancio un’altra cinquantina di emendamenti, che si sommano al testo base presentato a dicembre e al testo-bis depositato a fine gennaio. E a questo punto diventa davvero difficile approvare la Finanziaria entro fine febbraio, come previsto fino a qualche giorno fa.

È stato il presidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo, a far scattare l’allarme: «Il governo vuole ritardare l’approvazione della manovra, posso solo prenderne atto. Chi può impedire ai colleghi di sub-emendare l’emendamento del governo. Così è veramente difficile approvare la Finanziaria entro il 28 febbraio».

Vinciullo è già alle prese con un migliaio di emendamenti depositati dai 90 deputati sul testo base e sul testo-bis. È già una mole di lavoro enorme che ha costretto a fissare sedute in commissione anche per sabato e domenica prossima per cercare di arrivare in tempo al traguardo: l’aula infatti dovrebbe iniziare a votare da martedì prossimo.

Ora però arriva questa nuova valanga di emendamenti e il rischio di sforare abbondantemente a marzo è concreto. Ovviamente ciò comporterebbe un prolungamento dell’esercizio provvisorio, come ha mostrato di temere stamani anche il presidente dell’Ars. Giovanni Ardizzone che aveva avvertito sui rischi già prima che arrivasse la notizia dei nuovi emendamenti: «Non so dire se ci sarà un altro mese di esercizio provvisorio ma non posso escluderlo. Serve una riflessione attenta. Non posso escludere al momento niente a meno che il governo non ritiri il maxiemendamento (cioè il testo-bis, ndr) e si ritorni alla Finanziaria base. Questa potrebbe essere una soluzione».

Ardizzone ha criticato la strategia del governo: «Ci sono tantissimi emendamenti. Devono essere sfoltiti, vedremo il lavoro che farà la commissione Bilancio. Ma devo dire che il governo non ha aiutato questo percorso, rispetto alla manovra che addirittura preannunciava di voler approvare entro dicembre».

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