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Caso Berdini, vertici M5S irritati: la Raggi decide sull'assessore

Virginia Raggi, sindaco di Roma

ROMA. Si fa sempre più difficile la posizione dell'assessore all'Urbanistica Paolo Berdini nella giunta Raggi. Dopo la pubblicazione dell'ultimo stralcio dell'audio del colloquio con La Stampa, anche i vertici pentastellati non darebbero più chance al professore. Dopo quell'utilizzami come «un anonimo che ti ha detto... Cioè questi erano amanti», registrato dal cronista del quotidiano torinese, il segno è stato superato.

L'ultima parola spetterà alla sindaca Virginia Raggi che già oggi potrebbe sciogliere la riserva e dire addio all'assessore. «Berdini? Continuo a leggere interviste e dichiarazioni. Sinceramente non so dove trovi il tempo. C'è da lavorare e da lavorare tanto, noi lavoriamo anche fino a notte fonda. Lui sa bene che ci sono dei dossier da portare avanti e per senso di responsabilità nei confronti di Roma e dei cittadini dovrebbe farlo. Poi vi dico, la pazienza delle persone ha un limite...», ha detto la sindaca arrivando in Campidoglio rispondendo alle domande sul "caso Berdini".

Che la decisione sia imminente lo fa capire anche Luigi Di Maio: «Con molta franchezza dico che ho un giudizio personale su Berdini molto chiaro. So che la sindaca Raggi sta prendendo una decisione» e che ciò avverrà «presto».

Quanto allo stadio della Roma, il dossier che vede l'assessore ambientalista schierato per un drastico taglio di cubature, Di Maio è chiaro: «Noi in campagna elettorale abbiamo detto che andava fatto e questo è un nostro obiettivo. Su come va fatto ci sono delle trattative in corso per rispettare i valori del nostro programma».

La sindaca da parte sua ha assicurato che entro il 3 marzo, come richiesto dalla conferenza dei servizi, si troverà la quadra nella trattativa sulle cubature, sempre «nel rispetto delle regole». E già oggi passi avanti potrebbero esser fatti nel previsto tavolo tecnico. A prevalere ormai sembra l'ala dialogante del M5s, favorevole ad un taglio di cubature più soft rispetto all'assessore outsider. Ma ormai sulla sorte di Berdini a dire l'ultima parola sarà la sindaca, che pochi giorni fa aveva respinto le dimissioni, anche se con riserva, cercando di frenare il disappunto per quel colloquio finito sulla Stampa in cui l'assessore la giudicava «impreparata strutturalmente» e la criticava per essersi «messa in mezzo a una corte dei miracoli».

Il caso Berdini dovrebbe essere all'attenzione anche della consueta riunione di maggioranza del lunedì. E c'è chi si è portato avanti col lavoro: in alcuni ambienti pentastellati già da qualche tempo si ragiona su chi potrebbe essere il sostituto di Berdini. Ma la ricerca, salvo sorprese dell'ultim'ora, non avrebbe portato risultati.

Nei giorni scorsi sono circolati i nomi di diversi professori e professionisti del settore, che però sembrano già tutti sfumati: da Emanuele Montini (che ha messo nero su bianco che il suo «ruolo è e rimane quello di segretario generale di Italia Nostra») a Paola Cannavò, da Carlo Cellammare a Guendalina Salimei. Non tramonta l'ipotesi di far entrare in giunta un rappresentante del consiglio, possibilmente una donna, per prendere le deleghe ai lavori pubblici - che, in ogni caso, si vogliono scorporare dall'Urbanistica e affidare ad un altro assessore - o, in caso di fuoriuscita di Berdini, anche all'Urbanistica.

Tre le papabili Alessandra Agnello e Donatella Iorio, le presidenti delle commissioni competenti. Non è escluso, però, che, se la revoca dell'assessore arriverà domani, - durante il periodo di 'scouting' - la sindaca avochi temporaneamente a sè una o entrambe le deleghe di Berdini. Si avvicina poi un giorno importante sul fronte giudiziario, con l'interrogatorio previsto per martedì dell'ex capo del personale del Campidoglio Raffaele Marra, indagato per abuso d'ufficio in concorso con la sindaca per la promozione del fratello Renato, e ora in carcere per corruzione per vicende risalenti al 2013.

«Il Movimento - ha spiegato Di Maio a in »Mezz'ora« su Rai Tre - chiedeva di rimuovere quel signore dal Gabinetto dall'estate 2016 e quell'incontro serviva a dirgli che non aveva la nostra fiducia. E dopo ho rinnovato la richiesta. Quella che è stata passata per mia responsabilità in realtà è del sindaco che si è scusata».

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