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Licenziamenti collettivi all'Anfe
dopo la revoca dei finanziamenti

Paolo Genco

CATANIA. Il commissario straordinario dell'ente di formazione professionale Anfe, Costantino Garraffa, ha "avviato le procedure di licenziamento collettivo per le unità lavorative non impegnate nelle correnti attività formative su un totale di 611" persone. I dipendenti interessati sarebbero circa 500.

E' stato "costretto a farlo", spiega Garraffa, per la "revoca dell'accreditamento notificato all'ente dall'assessorato dell'Istruzione e Formazione", per la "mancanza di strumenti di sostegno al reddito alternativi" e per "l'impossibilità di sostenere ulteriori costi del personale".

Il commissario dell'Anfe ricorda anche di "non avere ricevuto riscontro" sull'istanza di concessione di Cig in deroga dal 3 settembre 2016 al 31 dicembre 2017. Vista "l'urgenza di fissare una data per un incontro utile alla definizione dei criteri per la determinazione dell'esubero strutturale" il commissario dell'Anfe propone di tenerlo alle 9 del prossimo 13 febbraio nella sede del coordinamento regionale di Palermo.

Lo scorso 12 gennaio finirono ai domiciliari Paolo Genco, 62 anni di Salemi, legale rappresentante dell'ente regionale, e Baldassare Di Giovanni, 58 anni di Palermo, titolare della General Informatica Centro. Per loro l'accusa di truffa aggravata ai danni della Regione e dell'Unione europea.

La truffa sarebbe avvenuta con frodi nelle forniture tra il 2010 e il 2013. L'Anfe aveva percepito finanziamenti pubblici per 53 milioni di euro. Due milioni risultarono spesi per acquisto di computer. Secondo gli inquirenti si tratta di acquisti fittizi.

La General Informatica Centro, azienda senza dipendenti e neppure magazzino, non avrebbe fornito alcun computer all'Anfe. L'ente, hanno ricostruito gli inquirenti, pagava la ditta con bonifici bancari e queste somme venivano prelevate dal titolare della ditta fornitrice per compiere acquisti in contanti di immobili in tutta la Sicilia.

Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati appartamenti per un valore quasi pari all'ammontare della truffa. L'indagine è stata condotta dalla Procura di Trapani perché qui c'è il conto corrente dell'Anfe regionale.

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